Luigi Guicciardi presenta il suo nuovo romanzo “Sporchi Delitti”

Una donna viene sgozzata a Sestola, il caso sarebbe di competenza dei Carabinieri del luogo, ma il procuratore chiede al commissario Cataldo della questura di Modena di raccogliere informazioni. Quando, dopo pochi giorni, viene uccisa a coltellate una seconda donna nel suo appartamento a Modena e la mano dell’assassino è la stessa, Cataldo prende completamente in mano un’indagine che si presenta molto complicata, visto che non sembra esserci alcun legame tra le due vittime. Inizia così “Sporchi Delitti”, il nuovo romanzo giallo del modenese Luigi Guicciardi, che festeggia il ventennale del suo personaggio. “Debuttò nel 1999 con ‘La calda estate del Commissario Cataldo”, interamente ambientato a Guiglia – ci racconta Guicciardi – un romanzo che mi diede molte soddisfazioni visto che fu tradotto anche in inglese e tedesco. Ho pensato quindi di riportare Cataldo a indagare in Appennino, questa volta a Sestola. E’ una sorta di chiusura del cerchio”.

In questi vent’anni Cataldo come è cambiato?
Cataldo adesso è un uomo solo, che tiene a bada i ricordi e i rimpianti gettandosi nel lavoro. E’ meno dinamico ma più esperto, riflessivo e deduttivo. Conosce tutte le tecniche di indagine e soprattutto conosce Modena, che è cambiata con lui. In questa indagine ha due collaboratori: uno vecchio, il sovrintendente di polizia De Pasquale, e uno nuovo, un giovane agente di Sestola, che lui si porta dietro visto che conosce bene il luogo e il primo omicidio avviene lì.

Modena secondo te è davvero cambiata assieme al commissario Cataldo?
Si, il centro storico è sempre bello e attraente con i suoi monumenti, mentre le periferie si sono molto imbruttite, penso alla Sacca o alla Madonnina. Ed è cambiato anche l’atteggiamento dei modenesi, che sono diventati più chiusi ed omertosi. Nelle prime indagini Cataldo trovava sempre qualche testimone, adesso, un po’ perchè ci sono meno soldi, un po’ perchè c’è più microcriminalità e la gente di sera esce di meno, quando avviene un delitto nessuno vede nulla.

Che Modena è descritta in “Sporchi Delitti”?
E’ la Modena della ricca borghesia, di gente che ha i soldi e anche una certa cultura. Oltre al centro storico, ci sono zone che non avevo mai trattato prima, come il Villaggio Zeta, via del Sagittario e via dello Zodiaco. E ci sono anche personaggi nuovi. Tra i sospettati, ad esempio, c’è un giornalista sportivo di Teleradiocittà, c’è un noto politico locale di area cattolica e c’è persino una cartomante, una lettrice di tarocchi.

Per questi personaggi hai preso spunto da qualche persona reale?
Si certamente, mi sono anche divertito a utilizzare dei cognomi molto noti a Modena, cambiando ovviamente il nome di battesimo in modo che non ci sia una vera identificazione.

Il titolo però inizialmente era diverso?
E’ vero io avevo scelto “Nessuno sfugge a nessuno”, un titolo più poetico e forse misterioso, ma l’editore ha detto che era un titolo da scrittore, mentre ‘Sporchi delitti” è più da giallista. E’ sicuramente un titolo più immediato.

Chiudiamo, come sempre, con un’anticipazione sul prossimo caso…
Cataldo indagherà nella Modena dei ricordi di un gruppo di vecchi amici che hanno fatto la maturità classica insieme. Un cadavere li riporterà a confrontarsi con il loro passato. Il titolo dovrebbe essere “Un conto aperto con il passato”, che si confà con questa atmosfera memoriale di indagine all’indietro ed è anche un verso che mi colpì di una canzone di Giusy Ferreri.

di Giovanni Botti

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