Modena Ieri & Oggi: la figura discussa di Lucrezia Borgia d’Este

Il 24 giugno scorso è stato celebrato il cinquecentesimo anniversario della morte di una delle figure femminili più studiate, rappresentate e chiacchierate della nostra storia. Parliamo di Lucrezia Borgia d’Este, figlia di Papa Alessandro VI, sorella di Cesare Borgia il “Valentino” e moglie di Alfonso d’Este, duca di Ferrara e Modena.

Una leggenda nera ancora adombra nel pensiero di molti la figura di Lucrezia Borgia, a causa di una fortunata tradizione letteraria nata nell’800 e fondata su infamie create ad arte nel ‘500. Questo anno di celebrazioni è l’occasione per far emergere la verità storica, grazie alla pubblicazione dei documenti conservati nell’Archivio segreto estense, contenente preziose fonti per la Storia d’Italia e d’Europa. Tra questi sono compresi i documenti inerenti Lucrezia Borgia, sposa dal 1501 di Alfonso I d’Este e Duchessa di Ferrara dal 1505 al 1519, anno della sua morte. Si tratta di un periodo importante nella vita di Lucrezia (1480-1519), complessivamente inserita in una fase storico-culturale di grande rilevanza per l’intera umanità come emerge anche dalla semplice sequenza cronologica di alcuni eventi: dalla scoperta del Nuovo Mondo alle straordinarie attività di Raffaello Sanzio, di Leonardo da Vinci (dal 1502 lavora per Cesare Borgia a Cesena e a Imola), del Bramante, di Ludovico Ariosto, di Michelangelo Buonarroti, di Tiziano Vecellio (nel 1516 a Ferrara per dipingere tre grandi quadri per Alfonso I d’Este) e di Martin Lutero.

Anche durante la sua permanenza presso il ducato estense, le voci di presunte relazione extra-coniugali di Lucrezia circolavano celermente, tra cui ricordiamo una corrispondenza epistolare con Pietro Bembo e il cognato Francesco Gonzaga. Non si hanno però le prove che questo scambio di le lettere sia sfociato in rapporti amorosi effettivi. Quello che è certo, invece, è il ruolo di Lucrezia all’interno della corte estense. Il marito, Alfonso, era il massimo esperto di artiglieria del suo tempo, perciò era spesso in viaggio in giro per l’Italia e l’Europa o per ragioni diplomatiche o per partecipare a guerre. Ogni qualvolta tornava a Ferrara, ingravidava la moglie, per poi ripartire, affidando dunque la reggenza del ducato all’abile consorte.

Interessante fu anche il suo rapporto con la religione che, man mano che gli anni passavano, più si rafforzava. Per esempio, molte delle sue damigelle vivevano come se fossero in un monastero. Quando morì, era diventata addirittura terziaria francescana, ovvero, si impegnava a vivere secondo le regole e nello spirito di San Francesco d’Assisi. In modo totalmente diverso, dunque, da come era stata sempre rappresentata e descritta.

 

di Mattia Amaduzzi

WP-Backgrounds Lite by InoPlugs Web Design and Juwelier Schönmann 1010 Wien