Modena Ieri & Oggi: la nostra città e l’arrivo dei Longobardi

La calata in Italia dei Longobardi del 568 d.c. diede inizio a una fase molto importante della storia della nostra penisola che si trovò in breve tempo divisa in due aree diverse, quella appunto occupata dal Regno Longobardo (“Langobardia”) e quella invece ancora sotto il controllo bizantino (“Romania” con il centro nell’Esarcato di Ravenna), divisione i cui effetti a livello culturale sono arrivati fino ad oggi. In questa situazione Modena si trovò in una posizione strategica importante in un territorio quasi di confine tra le due parti d’Italia.

Stando alle informazioni in possesso degli storici, i Longobardi dovettero arrivare nella nostra città molto presto, immediatamente dopo il loro insediamento nella penisola. La più antica testimonianza della presenza Longobarda nel modenese è infatti datata 570 d.c. ed è la lapide di una nobildonna di nome Gundeberga, morta all’età di circa 45 anni e sepolta dove attualmente c’è piazza Grande: un segnale del fatto che la nostra città doveva essere considerata strategica per i re Longobardi, proprio per la sua posizione quasi di confine. Per alcuni anni Modena fu oggetto di contesa tra Longobardi e Bizantini, che la riconquistarono intorno al 590 per poi riperderla alla fine del secolo per mano del re Agilulfo.

E’ proprio nel periodo Longobardo che la nostra città vide la separazione netta del potere civile e di quello ecclesiastico. Dovette proprio essere un qualche signore longobardo a fondare in quegli anni, ad ovest della vecchia Mutina e in una posizione strategica dal punto di vista sia difensivo che viario, un nuovo centro abitato chiamato nei documenti Civitas Geminiana o Civitas Nova (nella zona all’incirca dell’attuale Cittanova) dove si trovava un castello del quale è rimasta traccia soltanto in alcuni atti notarili. Modena invece restò la sede del potere religioso, guidata dal Vescovo che non era sempre ben visto dai dominatori Longobardi, ancora ariani e non certo in buoni rapporti col Papa appoggiato in questo periodo dai bizantini.

Proprio ad un nobile Longobardo, Anselmo, cognato di re Astolfo e duca del Friuli, prima di abbandonare le armi e diventare monaco benedettino, si deve inoltre la fondazione, intorno al 752, dell’Abbazia di Nonantola dopo aver fondato, in precedenza, il monastero di Fanano donatogli dallo stesso re Astolfo. La dominazione Longobarda a Modena durò fino all’avvento dei Franchi, cattolici e chiamati in Italia dal Papa nel 774, che portò ad una serie di importanti conseguenze. Con l’assunzione del governo della Contea da parte del Franco Riemperto acquista infatti sempre più potere e importanza a Modena la figura del Vescovo.

di Giovanni Botti

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