Modena Ieri & Oggi: l’attualità della Secchia Rapita secondo Montanari

Per la rubrica Modena Ieri & Oggi ripubblichiamo una intervista a Giancarlo Montanari su un libro da lui scritto in occasione del 450° anniversario del Tassoni e dedicato all’attualità della “Secchia Rapita”, il mitico poema eroicomico del letterato modenese. Buona lettura.

A 450 anni dalla nascita di Alessandro Tassoni, è uscito il libro di Gian Carlo Montanari, ‘Attualità e meraviglie della Secchia Rapita’, edito da Mucchi Editore. La piccola casa editrice modenese, attiva da 360 anni, intorno al 1870 ha assorbito, si direbbe oggi, l’editore Soliani, lo stesso che nel 1744 pubblicò una preziosa edizione della Secchia.

Montanari, chi era Tassoni? Che carattere aveva?
Tassoni, nato nel 1565 e morto nel 1635, come molti personaggi della sua epoca, aveva un carattere impetuoso, focoso. Rimasto orfano, viene allevato dai parenti dei quali dice, in un sonetto meraviglioso, ‘auguro a chi non voglio bene di imparentarsi con i miei parenti’. Questo era Tassoni, gli bastava un niente per accendersi.

Che tipo di scrittore era?
Uno scrittore completo! Comincia a viaggiare fin da giovane e, dopo aver frequentato gli atenei di Pisa e Bologna, si laurea in legge a Ferrara. La Secchia Rapita è la sua opera più nota, quella che ha rinnovato la poesia. Tasso, Ariosto e Boiardo, i poeti più in voga allora, producevano poemi eroici, mentre Tassoni scrive poemi eroicomici, mette in burla gli eroi. Pensi che la Secchia contiene 12 canti di 600 versi l’uno, in tutto oltre 7000! Era molto preparato anche in filosofia ma, soprattutto, era un precursore del Risorgimento, già allora aveva in testa l’Italia unita.

In gioventù ha condotto una vita piuttosto tribolata, diciamo ai confini del lecito?
Direi una vita sregolata. I parenti badavano più agli averi della famiglia che a lui e rischia di diventare un ragazzo di strada. Grazie al suo carattere anche generoso, aperto e con un forte senso della giustizia, si raddrizza. Nel 1594 diventa papà, senza essere sposato, e riconosce il figlio che gli darà non pochi problemi, ma poi si raddrizzerà a sua volta. Tassoni alla fine, nel suo testamento riscritto 13 volte, gli riconosce l’eredità.

Cosa c’è di meraviglioso nella Secchia Rapita?
Tutto! Tassoni ha una fantasia tale che potrebbe scrivere l’elenco telefonico in versi con risultati poetici strepitosi! La sua opera parla del rapimento di una vile secchia, cioè la versione comica del rapimento di Elena di Troia. Dice che la Secchia viene rapita ai Bolognesi nella battaglia di Zappolino nel 1325, ma in realtà allude alla battaglia della Fossalta del 1249. Mischia diversi momenti della storia e infila personaggi realmente esistiti, solo quelli che partecipano alla guerra sono oltre 350 ma in tutto il libro sono molti di più. Compaiono, poi, luoghi, città, fiumi e località europee, con una tale quantità di citazioni che un altro, meno bravo di lui, avrebbe creato un pasticcio, mentre lui crea una meraviglia!

E l’attualità?
Tassoni parla di guerra in modo comico, dice che porta morti, disgrazie, carestie, malattie, distruzione ed è inutile, è sulla stessa linea che intuiamo anche noi oggi ma che continuiamo a non seguire. Dovremmo imparare a risolvere i problemi in altro modo, questo dice. Il libro di Montanari si compone di due parti: la prima approfondisce la figura del Conte di Culagna, la seconda è un prezioso indice con 1500 riferimenti a persone, fiumi, stati e città che compaiono nella Secchia Rapita.

di Patrizia Palladino
(Pubblicato sul Vivo del 7 ottobre 2015)

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