Modena Ieri & Oggi: Nicola Zanichelli, il modenese ‘re dei vocabolari’

La vicenda umana di Nicola Zanichelli (nella foto) ci riporta indietro in pieno Ottocento, nel secolo del nostro Risorgimento, ma anche dei vocabolari. Perché in nessun altro secolo come nel XIX sono stati mandati alle stampe vocabolari della lingua italiana tanto numerosi e diversificati. Zanichelli fu un pioniere del settore, la sua è la storia di un self-made-man, di un tipico modenese con la passione e il fiuto per i libri. Nicola nacque il 7 novembre del 1819, a Modena, da una famiglia di modeste origini. Venne mandato dal padre a fare l’apprendista presso il legatore di libri Garruti. È in questo contesto che Nicola iniziò a formarsi come autodidatta, dopo aver abbandonato la scuola a dieci anni. A vent’anni passò al servizio del libraio antiquario e negoziante di stampa Luppi, dove resterà per quattro anni.

Nel 1843 riuscì ad acquistare, con alcuni soci, la libreria Vincenzi e Nipoti, sotto il portico del Collegio. Tra i soci anche il reggiano Giacinto Menozzi che lo introdusse alle letture liberali e patriottiche. La libreria divenne presto un luogo di ritrovo degli oppositori del Duca Francesco V e subì numerosi controlli da parte della polizia, in cerca di libri la cui circolazione era proibita. A cavallo della rivoluzione del 1848, Zanichelli promosse uno di seguito all’altro due giornali patriottici: “L’indipendenza italiana” e “Il Vessillo italiano”. L’attività di editore riprese all’indomani dell’unità nazionale con la fondazione de “Il Panaro” nel 1862, settimanale e poi quotidiano di tendenze moderate e cavouriane, particolarmente impegnato nella battaglia per l’alfabetizzazione e l’ammodernamento del sistema scolastico, ma anche contro il potere dell’aristocrazia clericale nella città.

La svolta nella vita professionale di Zanichelli arrivò nel 1866 con l’acquisto della libreria Marsigli e Rocchi a Bologna, sotto il portico del Pavaglione, vicino all’Archiginnasio. Il trasferimento a Bologna fu causa e conseguenza della volontà di dedicarsi prevalentemente all’attività di editore, fino ad allora subordinata a quella di libraio. L’ultima parte della vita di Zanichelli è tutta bolognese. La libreria divenne presto il salotto culturale della città, grazie anche all’assidua presenza del gruppo carducciano, di cui Zanichelli pubblicò le opere. Nicola morì il 7 giugno del 1884: è sepolto alla Certosa di Bologna (chiostro VII, portico sud, pozzetto 127). L’epigrafe della lapide recita: Nicola Zanichelli / editore tipografo / decoro della famiglia e dell’arte / è stato qui deposto / dai figliuoli / che riposeranno / col dilettissimo padre. I figliuoli si chiamavano Giacomo e Cesare. Proseguirono e incrementarono l’attività della casa editrice.

di Francesco Rossetti
(Pubblicato sul Vivo del 4 Luglio 2012)

WP-Backgrounds Lite by InoPlugs Web Design and Juwelier Schönmann 1010 Wien