Modena Ieri & Oggi: un fuoriclasse d’altri tempi, Attilio Fresia

In questi giorni c’è grande attesa per rivedere il Modena in campo allo stadio Braglia a quasi un anno dal fallimento della società gialloblù. Anche in serie D, però, a tener banco è il mercato con la vicenda Ferrario e la ricerca di un bomber importante per la categoria. Ci fu un momento, nella lunga storia gialloblu, oltre un secolo, alla fine del 1914, che il presidente canarino di allora, Claudio Sandonnino, portò in maglia gialloblu uno dei giocatori più forti del periodo e, facendo le debite proporzione tra le epoche, uno dei più forti in assoluto che abbiano calcato i campi della nostra città. Stiamo parlando di Attilio Fresia, centrocampista tecnico e forte fisicamente, che vestì la maglia del Modena proprio negli anni della “Grande Guerra”, tra il 1914 e il 1918, per poi tornare come allenatore nel 1922. Quando arrivò a Modena, Fresia era reduce da una esperienza in Inghilterra nel Reading, una delle squadre più antiche d’oltremanica, che lo aveva scoperto durante una tournée italiana quando lui giocava nel Genoa.

Si tratta dell’unico italiano che ha giocato in una squadra inglese prima della Legge Bosman e della liberalizzazione delle frontiere. A prelevarlo a Genova il presidente Sandonnino mandò l’allora cassiere della società Odoardo Gandolfi e la forte mezzala, inizialmente, svolse il compito di allenatore, vista la squalifica per professionismo. Il suo esordio con la maglia gialloblu avvenne solo nel gennaio del 1915 a Milano in una amichevole contro la Libertas, partita nella quale si fece subito notare per un grandissimo gol realizzato dopo uno stop di tacco e un dribbling in mezzo a tre avversari. Il 24 maggio del 1915 l’Italia entrò in guerra e durante il conflitto Fresia prestò servizio in un reparto di artiglieria di stanza prima nella zona di Parma e successivamente a Livorno. Nonostante ciò continuò a giocare e con le sue reti (7 in 9 partite) e le sue giocate portò il Modena al secondo posto dietro al Genoa nella Coppa Federale del 1915/16. Finita la guerra il giocatore piemontese (era nato a Torino nel 1891) giocò una stagione con la maglia del Livorno per poi tornare a Modena come allenatore nel 1922.

In precedenza, nel 1920, Fresia, già malato di tubercolosi, aveva accettato un’offerta dal Brasile dove, dopo un lungo viaggio in nave, arrivò giusto in tempo per sedere sulla panchina del Palestra Italia nello spareggio per il campionato Paulista, partita vinta dai suoi uomini per 1-0. Tornato a Modena soprattutto per il peggioramento delle sue condizioni di salute, guidò la squadra canarina per altre due stagioni e fece in tempo anche ad aprire un negozio di orologeria in Piazza Roma, prima di morire a soli 32 anni. Di lui si raccontano diversi aneddoti diventati mitici. In particolare si dice che, quando giocava ancora nel Torino, abbia scommesso con un compagno di squadra che avrebbe portato il pallone dal campo di allenamento fino a casa palleggiandolo di testa e di piede. E la leggenda vuole che abbia vinto la scommessa facendo lo slalom in mezzo a cavalli e tram, tra lo stupore generale dei passanti. Quando si dovette intitolare lo stadio di Modena ci fu un vero e proprio referendum tra Fresia e Braglia che alla fine fu scelto.

di Giovanni Botti
(Pubblicato sul Vivo del 12 novembre 2014)

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