San Geminiano, chi era costui? Storia e leggenda del patrono di Modena

Nomini San Geminiano e devi tornare indietro di 1700 anni. Un’epoca così distante che si fa fatica persino a immaginarla. Quanto c’è di documentato e di leggendario intorno al patrono? Lo abbiamo chiesto a Gabriele Sorrentino, giornalista e studioso di storia locale.

Intanto vale la pena ricordare che Geminiano era un romano”, spiega Sorrentino. “Nasce intorno al 313 d.C. e muore verso il 397 d.C.. Lo vediamo raffigurato in vesti medievali, ma – ripete – era un romano a tutti gli effetti. È il secondo vescovo di Modena di cui abbiamo notizie certe. I primi due furono Cleto e Dionisio, ma non abbiamo nessun tipo di prova documentale della loro esistenza. Poi si passa ad Antonino, il predecessore di Geminiano, che partecipò ad un consiglio nel 343 in Bulgaria, a Sofia, che all’epoca si chiamava Sardica. Alla morte di Antonino, gli succede Geminiano (intorno al 350). Anche qui abbiamo un documento certo. Partecipò ad un concilio dei vescovi a Milano nel 390, un consesso presieduto da Sant’Ambrogio, il metropolita di Milano. Geminiano era già piuttosto anziano, tanto che il documento non lo firmò lui, ma un suo segretario”.

Quando comincia a essere venerato?
Molto presto. Intorno a lui disponiamo di due narrazioni: la vita breve (VIII-IX secolo) e la vita lunga (XI secolo). In quest’ultima si racconta che Geminiano muore in odore di santità, circondato dall’affetto dei suoi concittadini. Fu il suo successore – Teodulo – a far costruire sulla sua tomba una cappella, dando inizio al culto.

Che tipo di santo è Geminiano?
Un evangelizzatore. Siamo in un’epoca in cui il cristianesimo non è ancora affermato. L’editto di Teodosio, che dichiara il cristianesimo religione ufficiale dell’impero, è solo del 380. Tra il 3° e il 4° secolo d.C., nella nostra zona, abbiamo trovato sepolture miste, sia pagane che cristiane. I miracoli di Geminiano somigliano a quelli dei santi contemporanei. Raccontano un contesto in cui il paganesimo è ancora forte. È una figura pia e pura che protegge la città in un periodo di crisi. Non dimentichiamo che l’impero romano d’Occidente cadde nel 476. Geminiano, inoltre, è molto connotato sull’acqua: a volte il fiume viene fermato quasi per magia.

È vero che condusse i modenesi da Modena a Cittanova?
Su questo è stato scritto tanto. Secondo alcune ricostruzioni Modena era talmente impaludata e invasa dall’acqua, per cui i cittadini si spostarono a Cittanova. In un bel libro, lo storico William Montorsi immaginava che fosse stato proprio Geminiano a guidare i modenesi. Prove certe non ce ne sono. Però abbiamo una lettera che Sant’Ambrogio scrisse all’epoca, nella quale si descrive lo stato di abbandono in cui si trovano le città dell’Emilia, tra cui Mutina. Ambrogio dice che ci sono soltanto “cadaveri di città”. Eppure, quando muore, Geminiano viene tumulato a Modena e non a Cittanova.

Per una curiosa coincidenza in questi giorni al Comunale Pavarotti va in scena “Attila”, un’opera giovanile di Giuseppe Verdi. La leggenda vuole che Geminiano salvò Modena dal terribile capo degli Unni. Qualcosa di vero?
Una leggenda. È certo ben possibile che la nebbia fitta abbia “nascosto” Modena. Ma ci sono alcune discrepanze. Attila arriva in Italia molto dopo la morte di Geminiano, nel 452. Probabilmente non arriva a Modena, viene fermato prima da papa Leone a Governolo (nel mantovano), sul Po. Attila si ferma forse per malattie e fame o per la peste che c’era in Italia, o per l’arrivo imminente delle truppe del console romano Flavio Ezio. Perà il Papa si portò dietro un po’ di vescovi delle diocesi che attraversò. Con lui poteva ben esserci il vescovo modenese: appunto, Geminiano II.

Di Francesco Rossetti

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