Su facebook la ‘Modena dimenticata’

Da marzo 2016 su Facebook è presente una pagina che attira un interesse crescente: “La Modena dimenticata”. Mostra foto di edifici abbandonati, ricchi di fascino e di storia. Ne è ideatore Sergio Cavani, 33 anni, modenese.

Come è nata l’idea?
È venuta a me, la curo io ma ho un amico, Giulio Pinna, che nel tempo libero mi segue e mi aiuta. Già da tanti anni mi occupavo di degrado e di luoghi dimenticati. Ma prima era diverso, lo facevo perché credevo a quello che facevo, ero ancora piccolo, mi incuriosiva questo mondo nascosto e cercavo di capire cosa si nascondesse dietro. Oggi in realtà ci credo sempre più. La Modena dimenticata non è un associazione culturale ma spero un giorno di trovare uno sponsor che mi permetta di costruire qualcosa di sempre più interessante.

Siete appassionati di fotografia?
Sì, la fotografia è uno degli aspetti importanti di questa iniziativa: che si usi una macchina costosa o un cellulare a pochi pixel, non importa. Ciò che conta è testimoniare questi luoghi.

Che tipo di risposta avete avuto alla pagina Facebook?
L’avete promossa o si è autopromossa da sola? La risposta è buona, molti mostrano curiosità di vedere questi luoghi dimenticati, ad altri invece piace fotografare. Sono luoghi che trasmettono tristezza e degrado, ma anche il cosiddetto fascino dell’abbandono. Sono contento che interessi una fascia d’età molto ampia, le donne sono sempre più numerose e anche le più interessate. La pagina quindi si è auto-promossa semplicemente condividendo con gli amici e anche grazie a gruppi dedicati alla città che mi permettono la pubblicazione dei contenuti.

La pagina ha ragioni di denuncia di abbandono, di reportage fotogiornalistico o piuttosto è un atto d’amore verso edifici e luoghi appunto “dimenticati”?
No, un atto di denuncia assolutamente no, solo reportage fotografico ma anche un atto d’amore verso questi luoghi dimenticati. Vedi, il fatto è che questi luoghi spesso sono vicini a noi ma molti ne ignorano l’esistenza. Oltre a storia e fascino, trasmettono anche un forte disagio e degrado per via delle persone che se ne sono impossessate, riducendoli in discariche o fogne a cielo aperto. Il nostro gruppo permette ai malintenzionati di far capire che quei luoghi non sono abbandonati, solo dimenticati. Credo che questi gruppi siano utili poiché permettono una sorveglianza continua. I comuni dovrebbero agevolare queste iniziative.

Proponete e organizzate escursioni. È così? Hanno un buon riscontro?
Sì, per esempio sabato 25 giugno andremo nel paese abbandonato di Sant’Antonio di Riccovolto, nel comune di Frassinoro. Queste uscite producono in chi partecipa un attaccamento maggiore alla propria città e una consapevolezza diversa da quella che avevano prima. E poi, ovviamente, sono un modo per conoscere nuove persone.

Vi siete ispirati a modelli di pagine e iniziative simili?
Leggo di un’associazione vicentiva, per esempio… La pagina si ispira a sé stessa, non cerchiamo foto incredibilmente belle ma espressive, che trasmettano realmente cosa scattiamo, senza modifiche particolari per colpire di più chi le guarda. Le fotografie sono affascinanti proprio per la loro reale bellezza. Rispetto al gruppo vicentino, devo precisare che siamo due realtà completamente diverse, però apprezzo il loro lavoro. Ma noi siamo la Modena dimenticata, anche se spesso usciamo dalla città.

Di Francesco Rossetti

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