Alla Delfini la lettura a puntate di “La lingua salvata” di Elias Canetti

Dopo le letture integrali di “Anna Karenina”, “La montagna incantata” e “1984” di George Orwell, la biblioteca Antonio Delfini ed Emilia Romagna Teatro, in collaborazione con ACIT Modena e gli Amici dei Teatri Modenesi, inaugurano un nuovo ciclo di letture a puntate. In questa occasione, protagonista sarà il romanzo autobiografico “La lingua salvata” di Elias Canetti, il grande scrittore premio Nobel per la letteratura nel 1981. Fino al 5 dicembre 2019, Modena ripercorrerà dunque l’opera e il genio del più europeo degli autori. Nato nel giovane regno bulgaro da una famiglia ebrea di origini spagnole e italiane, cresciuto fra Manchester, Vienna, Zurigo e Francoforte, Canetti si diplomò in chimica a Vienna. Lo scrittore emerse dagli ambienti letterari austriaci e tedeschi nel 1935, con il celebre romanzo “Auto da fé”.

A seguito dell’annessione nazista dell’Austria del 1938, Canetti si trasferì prima a Parigi, poi a Londra, dove visse il resto della sua vita. “La lingua salvata” uscì nel 1977, con il sottotitolo esplicativo di “Storia di una giovinezza”. Canetti tornò con la memoria al principio del Novecento, per ripercorrere il sogno girovago e infranto della sua infanzia, ritrovando le radici delle sue diverse ossessioni di scrittore. Attraverso tappe che scandiscono l’itinerario geografico e affettivo di un giovane agiato sullo sfondo di un’Europa teatro di cambiamenti epocali, l’autore ricostruisce la fase aurorale della propria parabola umana e intellettuale, salvando dall’oblio del tempo volti ed esperienze, istanti cruciali della sua formazione. E nello scandagliare tenacemente la sua dimensione intima, questa Storia di una giovinezza ha la forza di riguardare tutti: quanti episodi si ignorano nella vita dei propri genitori? Cosa si ricorda della propria infanzia? La memoria è capace di suscitare punti di vista inediti sul presente, sia essa privata o collettiva, facendosi talvolta motivo di scandalo.

Il primo appuntamento con il ciclo della lettura a puntate de “La lingua salvata” sarà giovedì 24 gennaio, alle ore 18 presso la Biblioteca Delfini con gli attori Michele Dell’Utri, Simone Francia, Diana Manea e Franca Penone. La drammaturgia dei singoli capitoli del romanzo è curata da Riccardo Corcione, Tolja Djokovic, Fabiola Fidanza, Luca Gadler, Silvia Gussoni, allievi del corso “Perfezionamento: Dramaturg Internazionale” della Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro. Sono passati ormai più di cento anni da quel novembre del 1918 che, sancendo la fine della “guerra europea” poi “mondiale”, aprì il corso al secolo breve. Quel tempo compresso e velocissimo, capace nell’arco di qualche decennio di stravolgere il volto e il cuore del mondo, è il teatro in cui ha vissuto e di cui ha scritto Canetti. Per un anno Modena ripercorrerà l’opera e il genio del più europeo dei nostri autori, partendo dalle pagine della Lingua salvata per approdare, tra novembre e dicembre del 2019, sul palcoscenico.

Al Teatro Storchi Claudio Longhi e i suoi attori porteranno in scena “La commedia della vanità”, allegoria grottesca dell’Europa dei totalitarismi, mentre al Teatro delle Passioni sarà rappresentato “Nozze”, commedia o meglio mascherata borghese di uomini e donne in preda alla loro cupidigia, con la regia di Lino Guanciale.

di Francesco Rossetti

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