Storie d’Egitto: il 13 settembre il volto della mummia

Non è parente di Lucy, in questi giorni agli onori delle cronache, ma anche la mummia di Modena dei Musei civici, ben più recente, sta per avere un volto. Lo si potrà vedere, si tratta di una ipotesi di ricostruzione 3D, partecipando a “Faccia a faccia con la mummia”, il 13 settembre alle 17.30 al terzo piano di Palazzo dei Musei, nell’ambito di festival filosofia, col sostegno anche del Rotary Club.

L’ipotesi di ricostruzione del volto della mummia esposta nella mostra “Storie d’Egitto. La riscoperta della raccolta egiziana del Museo Civico di Modena”, le restituisce, in sintonia con il Festival filosofia 2019 sul tema “persona”, una piccola parte di identità.

Con il disvelamento del viso emerso dalla ricostruzione in 3D si conclude lo studio diagnostico del progetto scientifico – curato e coordinato da Daniela Picchi, curatrice della sezione egizia del civico archeologico di Bologna – parte integrante del percorso legato alla mostra visitabile gratuitamente fino al 7 giugno 2020, che coniuga discipline umanistiche e scientifiche con lo studio storico-archeologico, e con un articolato programma di diagnostica e manutenzione conservativa del piccolo nucleo modenese di antichità egiziane.

Al progetto di Cristiana Zanasi dei Musei civici di Modena ha partecipato, per il restauro della mummia, Cinzia Oliva del Museo egizio di Torino e, per le analisi, la direzione scientifica: Francesco Maria Galassi, paleopatologo, Elena Varotto, antropologa, e Daniela Picchi. La direzione scientifica ha poi interagito con Cicero Moraes, esperto brasiliano di ricostruzioni facciali digitali 3D, fino a visualizzare il volto del bimbo di circa tre anni vissuto in epoca romana fra il I e il II secolo d.C..

Cicero Moraes è un designer 3D brasiliano specializzato in ricostruzioni facciali forensi. Ha eseguito, fra le altre, le ricostruzioni facciali della mostra “Facce. I molti volti della Storia Umana” con la direzione scientifica di Telmo Pievani, e la ricostruzione facciale dei volti di Sant’Antonio da Padova e Francesco Petrarca.

Grazie al programma diagnostico, lo studio antropo-paleopatologico ha consentito di appurare il sesso, l’età e le possibili cause della morte precoce del bimbo. Il processo di imbalsamazione ha comportato la rimozione degli organi interni e nelle cavità corrispondenti sono stati identificati tre pacchetti di bende e grani di sale circondati da materiale resinoso. Il cervello è stato rimosso per via transnasale. Le alterazioni evidenti all’analisi paleopatologica sono in genere associate a infezioni (tra cui la meningite), a malattie autoimmuni o a traumi al labirinto membranoso, suggerendo possibili scenari rilevanti per la salute del bambino, che potrebbero averne causato la morte.

Solo il corpo della mummia era avvolto da bende e mancano i piedi, probabilmente a causa dei frequenti spostamenti successivi della mummia. Grazie alle datazioni con il radiocarbonio è stato possibile verificare che le bende presenti sul corpo sono contemporanee all’imbalsamazione, mentre quelle in prossimità dei piedi sono risarcimenti ottocenteschi, effettuati evidentemente in occasione di un restauro. Il sarcofago di legno che custodisce la mummia e il cartonnage che la ricopre sono stati realizzati in epoca moderna.

Durante le giornate del festival filosofia la mostra “Storie d’Egitto” sarà visitabile con orari straordinari: venerdì 13 settembre dalle 9 alle 23, sabato 14 dalle 9 alle 24; domenica 15 dalle 9 alle 21. Dopo il festival la mostra sarà visitabile fino al 7 giugno 2020, sempre gratuitamente, da martedì a venerdì dalle 9 alle 12; sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19; lunedì non festivi chiuso.

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