Teatro Storchi: la nuova stagione parte ad ottobre

Sedici spettacoli, da ottobre 2017 a maggio 2018, per un excursus tra classici del teatro rivisitati e nuove proposte. Il nuovo cartellone del Teatro Storchi di Modena – il primo dell’era Longhi – rientra pienamente nella mission di Emilia Romagna Teatro Fondazione, una realtà unica e molteplice declinata in una continuità di visioni, linguaggi, manifestazioni artistiche. Una struttura capace di esprimere un’identità forte e articolata che sa farsi ambiente e spazio di incontro. Un luogo privilegiato di dialogo generatore di idee, di azioni, di gesti e testi, un banco di prova di tradizioni e punti di vista, insomma un grande “teatro senza mura” a misura di città.

L’idea di un “teatro senza mura” diventa quindi un Leitmotiv, il segno che attraversa la stagione dal prossimo autunno; un teatro aperto, privo di separazioni ideologiche e punti fermi, come la realtà in cui siamo immersi. Un teatro che vuole essere in continua mutazione, da attraversare e vivere. Non semplice finestra sul mondo o specchio di esso, ma territorio espanso in cui porsi domande e cercare risposte insieme all’Altro. E questo “teatro senza mura” è sostenuto da alcuni pilastri, da forti nuclei tematici, in un serrato intreccio di novità e tradizione, di continuità e discontinuità con ciò che è stato. Si delinea così un cartellone ricco, frutto di un grande impegno produttivo, disegnato guardando gli archetipi, le utopie e le distopie della nostra modernità.

Ad aprire il cartellone, il 21 e 22 ottobre in contemporanea con il Festival VIE, “Begalut – In esilio” con la regia di Levan Tsuladze che, mutuando tecniche del cinema muto, coniugherà i toni della commedia e quelli della tragedia. A seguire, dal 2 al 5 novembre, ecco “Il Libro di Giobbe” con la regia di Pietro Babina: una sfida importante in tema di archetipi, un viaggio inedito nel Vecchio Testamento intrapreso, per il lavoro drammaturgico, insieme a Emanuele Aldrovandi.

Dal 23 al 26 novembre Marco Martinelli del Teatro delle Albe porta in scena, in prima assoluta, “Va pensiero”: lo spettacolo indaga il fenomeno delle infiltrazioni mafiose in Emilia-Romagna. E’ invece Michele Placido il regista de “L’ora di ricevimento (Banlieu)”, in programma dal 14 al 17 dicembre: il lavoro, di cui è protagonista Fabrizio Bentivoglio, porta in scena le vicende di un insegnante di lettere sullo squallido sfondo della periferia di Tolosa, luogo di abbandono, in cui la scuola è una sorta di ultima trincea contro il degrado.

Il 26 dicembre, per Santo Stefano, largo al mondo del circo con “Humanoptère”, coreografia circense interpretata dai giocolieri francesi diretti da Clément Dazin. L’anno nuovo si apre – dal 17 al 20 gennaio – con il “Giulio Cesare” di Shakespeare adattato e diretto dallo spagnolo Àlex Rigola, già direttore della Biennale Teatro di Venezia. E’ invece di Claudio Longhi la regia de “La classe operaia va in paradiso”, spettacolo adattato per la scena da Paolo Di Paolo e costruito intorno ai materiali di sceneggiatura di Petri e Pirro. Programma completo sul sito www.emiliaromagnateatro.com

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