Animali, dopo il lockdown aumentano le rinunce a cani e gatti

Prima di adottare un animale è importante averlo incontrato e conosciuto, con l’obiettivo di accoglierlo in casa solo dopo aver sviluppato un percorso che ha portato al “match” col nucleo familiare. In questo modo il rapporto potrà essere strutturato da entrambe le parti e il rischio di rinuncia o di abbandono all’amico a quattro zampe, da parte dei proprietari, risulterà significativamente ridotto. È il consiglio che arriva dall’Ufficio diritti animali del Comune di Modena per limitare il fenomeno, già rilevato a livello nazionale, dell’incremento delle rinunce al possesso di cani e gatti, che vengono affidati quindi alle strutture intercomunali collocate rispettivamente in via Nonantolana e in strada Pomposiana. Nel canile le rinunce si aggirano intorno alla quarantina di cani all’anno nell’ultimo triennio; nel 2021 ne sono già entrati 33 e un’altra decina, a causa della tipologia dell’animale, è ancora in attesa di accedere. Nel gattile si conteggia in media una ventina di rinunce all’anno: nel 2021 alla fine di agosto erano entrati già 16 mici, di cui sei proprio nel mese di agosto.

Il recente aumento delle rinunce di cani e gatti fa seguito, almeno parzialmente, all’incremento delle adozioni registrato nella fase più intensa dell’emergenza sanitaria. E il lockdown rischia di influire anche su un altro fenomeno, quello delle staffette: la movimentazione di cani provenienti dal Sud Italia, più precisamente quella che avviene in maniera illegale in violazione alle normative sul benessere animale e sul trasporto, nell’ultimo anno e mezzo ha conosciuto infatti un significativo rallentamento a causa delle restrizioni sugli spostamenti tra le regioni. Proprio per contrastare queste condotte illecite, all’interno del più ampio progetto contro i maltrattamenti degli animali, nei mesi scorsi la Polizia locale ha sviluppato una “mappatura” delle attività sia attraverso controlli sulle “staffette” che transitano nei pressi dei caselli autostradali sia attraverso la raccolta di dati sulle persone che “movimentano” cani provenienti da altre regioni, in attesa di collocarli nelle abitazioni di cittadini modenesi.

Intanto potrebbero provenire proprio da una staffetta i 15 cuccioli, appartenenti a cucciolate diverse anche se tutti di taglia medio grande (di cui 13 tutti lo stesso giorno), ritrovati alcuni giorni fa alla periferia della città e presi in carico dalla struttura di via Nonantolana; per molti di loro sono già avviati i percorsi finalizzati alle adozioni.

Per contrastare il fenomeno delle staffette illegali è stato realizzato anche un opuscolo, scaricabile dal sito della Polizia locale (www.comune.modena.it/polizialocale), che illustra le modalità corrette per adottare un cane, a partire dalle informazioni essenziali per evitare di incappare in spiacevoli inconvenienti e affrontare al meglio un’esperienza che, se ben strutturata, potrà rivelarsi positiva. Inoltre, il documento riporta i rischi derivanti dall’adozione di un animale attraverso una fotografia pubblicata sui social media o annunci per adozioni urgenti di tipo pietistico. “Queste modalità di adozione – sottolineano dall’Ufficio diritti animali e dal Comando di via Galilei – sono altamente sconsigliate perché la scelta di accogliere in famiglia un nuovo individuo necessariamente deve prevedere incontri conoscitivi prima che il cane faccia ingresso nell’ambiente domestico. Dietro queste offerte di animali si cela spesso un vero e proprio mercato e perciò esiste il rischio di diventare complici di attività illecite”.

Nel frattempo, rimangono bassi i livelli del fenomeno degli abbandoni estivi dei cani: fondamentali sono stati negli anni scorsi l’introduzione del microchip e l’iscrizione degli animali all’Anagrafe canina, consentendo quindi di individuare le persone che dovessero “sbarazzarsi” illecitamente degli amici a quattro zampe. L’articolo 727 del Codice penale punisce questa cattiva abitudine, che si presenta appunto nei mesi dell’estate: la condanna per i responsabili può arrivare a un anno di reclusione e un’ammenda fino a 10 mila euro. Il reato di maltrattamento di animali (544-ter) prevede, invece, fino a 18 mesi di reclusione e una multa che può arrivare a 30mila euro.

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