Commercio e turismo in centro storico, l’andamento dal 2008 ad oggi

Soffre più che negli altri capoluoghi emiliano-romagnoli il commercio sotto la Ghirlandina, che nel suo centro storico ha perso 95 attività dal 2008; va decisamente bene, invece, il comparto ristorativo-alberghiero, con un incremento di 76 imprese, percentualmente maggiore di quello medio registrato a livello regionale. E’ quanto emerge, in sintesi, dall’analisi condotta dall‘ufficio studi di Confcommercio sull’andamento della demografia d’impresa nel centro storico dal 2008 al 2019.

 

COMMERCIO

Il commercio, passato da 731 a 626 imprese, ha perso dunque quasi 100 attività negli ultimi 11 anni (2008-2019), che equivalgono ad una contrazione pari al 13,08%. Una percentuale, questa, maggiore rispetta alla media regionale del 10,4%. Illuminante, in tal senso, il confronto con Parma, città con caratteristiche demografiche simili a quelle di Modena e dove nel medesimo periodo considerato le attività commerciali nel centro storico sono diminuite del 9,8%.

 

PUBBLICI ESERCIZI (bar, ristoranti, alberghi)

Diverso l’andamento per i pubblici esercizi, che hanno visto nel centro di Modena un’importante crescita: +76 attività, pari a quasi il 30%, percentuale doppia rispetto al dato positivo medio registrato nei centri storici dei capoluoghi emiliano-romagnoli (15,79%). La positività è sottolineata anche dal confronto con gli esercizi del centro storico di Parma: qui l’aumento è stato solo del 14,93%.

In questo comparto hanno certamente inciso i cambiamenti negli stili di vita, con la conseguenza di un sempre più cospicuo numero di consumatori orientati a consumare pasti fuori casa, ma soprattutto il notevole incremento del turismo, di cui la nostra città ha beneficiato negli ultimi anni. Quest’ultimo aspetto è confermato anche dal fatto che, nel confronto con la media regionale, ristoranti e bar al di fuori del centro storico crescono percentualmente di meno, solo 8,15% a Modena, rispetto all’11,88% della media regionale.

 

STRATEGIE SU COMMERCIO E TURISMO

La fotografia del quadro sul commercio evidenzia, una volta di più – puntualizza Riccardo Pisani, presidente Confcommercio città di Modena – la necessità di mettere in campo politiche ed azioni mirate, per favorire, da un lato la riqualificazione ed innovazione delle attività, dall’altro la riduzione del peso originato dalla fiscalità locale, come potrebbe essere, ad esempio, il varo di una IMU agevolata per i commercianti che sono proprietari dei negozi in cui operano, e nel contempo per chi li loca a canone calmierato. Misura, questa, che potrebbe portare alla diminuzione del numero di negozi sfitti”.

Serve poi, secondo Confcommercio, un blocco pluriennale del costo dei parcheggi, misure per incentivare l’uso della bicicletta, un piano strutturale di rilancio del trasporto pubblico locale, che abbia nell’accessibilità al centro storico uno dei suoi perni, e, nel complesso, la messa in campo di progetti che valorizzino il commercio come parte integrante dello sviluppo e dell’identità urbana, secondo logiche di co-progettazione della città.

I dati ci danno ragione – conclude Pisani – come sosteniamo da anni, che il turismo può rappresentare un formidabile driver di sviluppo della nostra economia: ora serve un salto di qualità e, analogamente a quanto ha fatto Bologna, è fondamentale dar vita ad una struttura operativa provinciale, un’unica regia, partendo dalle solide basi di Modenatur, su cui concentrare le risorse pubbliche e private per raggiungere con le nostre invidiabili eccellenze i mercati mondiali del turismo”.

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