Coronavirus, l’intervista al Dott. Ferrari: “Attenzione perché contagi e ricoveri sono in aumento”

Il lockdown ce lo siamo lasciati ampiamente alle spalle, le attività sono riprese e noi abbiamo ricominciato a frequentare di nuovo strade, piazze, musei, ristoranti e bar. Ma come si sta comportando il contagio a 45 giorni dalla riapertura? Lo abbiamo chiesto al Dr Davide Ferrari, Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl di Modena.

Dottor Ferrari, possiamo fare un bilancio partendo dai numeri?
Da quando c’è stata la riapertura abbiamo notato, soprattutto negli ultimi 8/10 giorni, un aumento nel numero di nuovi contagi, non particolarmente rilevante ma ci sono stati. Nella prima settimana di luglio abbiamo avuto 23 casi, circa 3 al giorno. Mentre, per fare un paragone, nella prima metà di giugno subito dopo il lockdown, ne avevamo circa uno nuovo al giorno e in alcuni giorni zero. L’aumento c’è ed è importante”.

Da dove vengono i nuovi contagi?
Si sono sviluppati in ambito lavorativo. In particolare, abbiamo avuto alcuni focolai, oggetto di attenzione anche da parte dei media, che si sono sviluppati nei macelli della provincia di Mantova dove lavorano operai residenti in provincia di Modena. Poi ci sono stati una serie di focolai familiari accesi dagli stessi operai che hanno contagiato i conviventi. L’ambito familiare, insieme a quello lavorativo, sono fonti importanti di nuovo contagio. I nuovi casi, inoltre, vengono rilevati anche grazie allo screening regionale che ha portato alla luce diversi asintomatici sottoposti al test sierologico. Lo screening è stato effettuato su forze dell’ordine, personale sanitario e in alcune aziende. Altri screening si fanno anche per accedere ad alcuni servizi sanitari, come accade prima di un intervento chirurgico o per accedere al pronto soccorso”.

Una delle idee che sta circolando, che forse ha fatto abbassare la guardia, è che il virus si sia ‘indebolito’ e non provochi più sintomi gravi come all’inizio. E’ vero?
I dati degli ultimi giorni smentiscono questa tesi perché abbiamo avuto un aumento di ricoveri nei nostri ospedali, anche in terapia intensiva. Questo dimostra non solo che il virus circola, ma che è ancora pericoloso e aggressivo. Chi dice che il virus è ‘clinicamente morto’ afferma una cosa che, purtroppo, i dati oggettivi smentiscono”.

I comportamenti da tenere all’esterno, quando si frequentano luoghi pubblici, vogliamo ricordarli?
“La regola fondamentale è quella del distanziamento. Se guardiamo quanto si è abbassata la curva epidemica grazie al lockdown, è evidente che il distanziamento sociale è la forma di prevenzione principale ed è un’attenzione che ogni cittadino deve avere. Poi c’è l’utilizzo della mascherina, fondamentale perché non sempre è possibile mantenere la distanza. Noi, magari, siamo attenti ma può capitare che le persone che incontriamo non lo siano. Poi c’è il lavaggio frequente delle mani, soprattutto quando si toccano oggetti o superfici che possono essere stati toccati da altri. Queste sono le misure fondamentali da rispettare a livello individuale”.

Anche in casa dobbiamo usare accorgimenti e cautele?
Sì, anche in casa occorre prestare particolare attenzione all’igienizzazione non solo delle mani, ma anche degli attrezzi o degli utensili che utilizziamo. Quindi un’attenzione speciale va riservata alle pulizie della casa e degli oggetti, oltre che delle mani naturalmente”.

Un altro ambito importante è quello lavorativo. Cosa si sta facendo nelle aziende del territorio?
I luoghi di lavoro sono oggetto di un protocollo nazionale condiviso per cui i datori di lavoro hanno obblighi precisi in tema di prevenzione nei confronti dei dipendenti. Chi svolge un’attività a contatto con il pubblico, come somministrazione e commercio, è tenuto anche a rispettare le regole stabilite da specifiche ordinanze per tutelare i clienti. Alcune aziende, inoltre, hanno deciso di attivare screening sierologici pur senza essere obbligate. Noi, come istituzioni pubbliche, seguiamo dei piani di controllo, coordinati dalla Prefettura, che coinvolgono Ausl, forze dell’ordine e Ispettorato del Lavoro. Si fanno regolari sopralluoghi per verificare il rispetto dei protocolli di sicurezza”.

In tema di viaggi di lavoro o per vacanze, invece, cosa deve fare chi rientra dai paesi extra Schengen?
Chi rientra da quei paesi deve comunicare il rientro al Dipartimento di Sanità Pubblica (per Modena 059.3963663, da lunedì a venerdì 8-14, sabato 8-12, festivi esclusi) e stare in isolamento domiciliare per 14 giorni. Il Dipartimento monitora ogni giorno il soggetto per verificare lo stato di salute e l’eventuale comparsa di sintomi. Questa è una regola fondamentale per la prevenzione, perché sappiamo bene che il virus, in alcune zone del mondo, è ancora molto diffuso, come nell’area indo-pakistana, in Brasile o negli Stati Uniti”.

 

di Patrizia Palladino

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