Esami, ormai ci siamo. Ne parliamo con la dirigente scolastica Silvia Menabue

Il 24 febbraio le scuole in Emilia Romagna hanno chiuso i battenti a causa del virus, ma le lezioni sono continuate online e la didattica si è fatta a distanza. Dalle elementari alle superiori, oltre tre mesi di scuola da remoto, appoggiandosi a diverse piattaforme digitali. “Nella nostra regione, con la Dad – racconta Silvia Menabue dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale – abbiamo raggiunto alle scuole secondarie quasi il 100% degli alunni. Dopo aver distribuito device e schede di connettività, siamo partiti sia in modalità sincrona sia con video lezioni registrate e materiali digitali, ed è stata avviata contemporaneamente un’intensa attività di formazione per i docenti”.

Manca poco alla chiusura, sia per le medie che per le superiori. Ci racconta come saranno gli esami? Partendo dai più piccoli…
Per la terza media l’ordinanza ministeriale non prevede prove d’esame, né scritti né orali, nulla si fa in presenza. Ogni alunno con i docenti definisce il tema di un elaborato da presentare poi a distanza al consiglio di classe, che lo valuta in fase di scrutinio finale.

Parliamo di una tesina? Una decina di pagine con un tema che tocca tutte le materie?
L’ordinanza rimanda la decisione al consiglio di classe, che deve scegliere con l’alunno la tematica per un elaborato originale, un testo scritto o multimediale. La scelta deve consentire l’impiego delle abilità acquisite in una logica interdisciplinare ed essere legata anche alle competenze acquisite nella sfera degli interessi personali. Non si tratta di un colloquio su tutte le discipline, ma di un elaborato su una tematica trasversale, da esporre a distanza al consiglio entro il 30 giugno.

Come sarà invece l’esame dei loro colleghi più grandi, la maturità?
Questa sarà una maturità insolita. Si tratta, anche qui, di un esame snellito, che non prevede prove scritte, ma un colloquio davanti a una commissione di 6 membri interni e il presidente esterno. Al colloquio, di un’ora, in presenza, dal 17 giugno in poi, si attribuiscono 40 punti su 100. E’ costituito da cinque parti. Nella prima si discute un elaborato su un tema concordato con i docenti delle discipline di indirizzo. Il candidato produce in autonomia il documento e lo discute davanti alla commissione che valuta la sua capacità di argomentare.

Dopo questa prima parte, il colloquio come procede?
Si discute un testo che sia stato oggetto di studio in lingua e letteratura italiana. Nella terza parte del colloquio i commissari assegnano al candidato materiali, stabiliti la mattina stessa, per affrontare in modo interdisciplinare le restanti materie.

Mancano le ultime due parti…
La relazione sull’esperienza di alternanza scuola-lavoro del triennio, in alcuni casi proseguita anche a distanza, e l’accertamento sulle competenze in tema di Cittadinanza e Costituzione.

Vuole dare un consiglio ai ragazzi in vista dell’esame?
Auguro loro di far tesoro dell’esperienza vissuta in questa inedita conclusione del percorso scolastico, di farne occasione di cambiamento, di saper costruire il futuro dalle sfide della realtà. Mi auguro che questo “rito di passaggio” si concluda al meglio e rappresenti un’esperienza di relazione e crescita umana, oltre che di valutazione degli apprendimenti”.

E un messaggio ai docenti?
Un ringraziamento per la loro capacità e creatività. La scuola ha risposto bene fin da subito perché, per primi, lo hanno fatto i docenti. Mi auguro, infine, che le commissioni si possano costituire regolarmente. Invito tutti a mettersi in gioco anche in questa fase, a farlo senza timori.

Riferendosi alle mancate bocciature e suscitando non poche polemiche, qualcuno impropriamente ha scomodato il 6 politico del ‘68. Il voto finale terrà comunque conto delle difficoltà vissute dai ragazzi?
Nei loro confronti c’è un’apertura di credito, sì. La valutazione sulle classi intermedie prevede che con una frequenza regolare nella prima parte dell’anno, si è sempre ammessi alla classe successiva. La valutazione delle singole discipline può non essere positiva, però, ancora più se non c’è stata adeguata partecipazione alle attività a distanza. Il consiglio valuta il percorso in presenza fino a febbraio, quello successivo a distanza, le competenze digitali, la partecipazione alle attività, la puntualità nella trasmissione dei materiali, la capacità di adattamento: tutto concorre alla valutazione finale. Se il consiglio di classe ritiene non raggiunti alcuni obiettivi di apprendimento, elabora un piano individuale di recupero sulle singole discipline e chiede all’alunno di mettersi in pari a settembre. Se l’alunno non sana i debiti formativi, a settembre o entro il primo quadrimestre, diventerà poi difficile conseguire gli obiettivi di apprendimento del nuovo anno scolastico e conseguire la promozione a giugno del 2021. Non è una promozione assicurata, ma si tratta certamente di un’apertura di credito. La scuola elabora, poi, di suo, anche un piano di recupero della programmazione didattica interrotta per l’emergenza, da attuare a settembre.

 

di Patrizia Palladino

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