Fase 2: Rete Impresa Italia chiede una moratoria per i dehor di bar e ristoranti

La cosiddetta Fase 2, quella della riapertura graduale e ripartenza dopo il lockdown per contenere la diffusione del Coronavirus, si avvicina e già si pensa a come attivarsi al meglio alla riapertura delle attività. Rete Imprese Italia  sigla che riunisce Cna, Confcommercio, Confesercenti e Lapam – per questo motivo è intervenuta in merito alle nuove normative previste e al rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro: “Molti nostri operatori, attivi nel settore della ristorazione, per evitare assembramenti senza però essere penalizzati dalla riduzione del numero dei coperti, con l’arrivo della bella stagione hanno già in programma di chiedere un ampliamento all’esterno dei loro locali. A questo proposito – prosegue Rete Imprese Italia – chiediamo la massima collaborazione e il sostegno dei Comuni della provincia di Modena con una vera e propria moratoria sulla regolamentazione relativa all’installazione di plateatici e dehor, indispensabili per assicurare il distanziamento minimo tra gli avventori, ma ottenibili tramite una serie di concessioni che prevedono il rispetto di numerose normative burocratiche, legate ad esempio ai canoni estetici”.

“Ci troviamo ad affrontare una situazione di emergenza economica senza precedenti: vista l’eccezionalità del momento che stiamo vivendo – conclude Rete Imprese – riteniamo indispensabile sostenere gli esercizi commerciali, così come è successo nel 2012 nell’area del cratere sismico, accelerando e semplificando al massimo le norme per la concessione dei dehor, nonché dell’ampliamento delle concessioni già esistenti. Insieme alla riduzione della COSAP, ovvero il canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche con opere stabili a servizio di soggetti privati, che abbiamo già richiesto, potrebbe essere una prima fondamentale e imprescindibile misura concreta per consentire agli operatori non solo di garantire la giusta sicurezza ai propri clienti, ma anche di avere quelle condizioni minime per sopravvivere ad un periodo che rischia di veder soccombere molte imprese già duramente colpite da due mesi di forzata chiusura e da una probabile riduzione della capienza dei locali per le norme che presumibilmente entreranno in vigore nella “Fase 2”. Ci aspettiamo quindi la giusta attenzione da parte delle Amministrazioni Comunali“.

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