Gas e luce, la stangata in bolletta: la posizione di Adiconsum

Famiglie, singoli e aziende sono in difficoltà per i forti aumenti sui costi dell’energia. Le bollette del gas e della luce vanno alle stelle e, con l’associazione di consumatori che fa capo alla Cisl, Adiconsum, facciamo un punto della situazione. Da settimane ormai, l’associazione sta ricevendo richieste e segnalazioni da parte di cittadini in seria difficoltà.

Qual è il tenore delle richieste?
Con l’emissione delle prime fatture relative ai consumi energetici da ottobre in poi, abbiamo assistito a una vera e propria impennata di segnalazioni e richieste di assistenza da parte dei cittadini modenesi. I consumatori si rivolgevano a noi anche negli anni scorsi, ma adesso ci chiamano mediamente venti-trenta persone a settimana e tutti lamentano bollette con importi molto più alti del passato.

A quanto ammonta esattamente l’aumento di gas e luce?
L’intervento tampone del Governo ha contenuto gli aumenti, che sarebbero stati +65% per la luce e +59,2% per il gas, riducendoli rispettivamente a +55% e +41,8%. Noi calcoliamo che nel 2022 la spesa per la luce di una famiglia tipo sarà di circa 330 euro in più (+68%) rispetto all’anno scorso. Quella del gas, invece, aumenterà di circa 600 euro (+64%). Si tratta di rincari che già oggi stanno mettendo in seria difficoltà molte famiglie modenesi che rischiano la povertà energetica.

E’ evidente, quindi, che le misure messe in atto dal Governo non bastano, no?
Il contenimento dei costi si è concretizzato annullando gli oneri generali di sistema, potenziando il bonus sociale e riducendo l’Iva del gas al 5%: tutti interventi sul primo trimestre 2022. Meglio di niente, però sono un palliativo.

Quali altre azioni servono?
Vanno innanzitutto evitati distacchi di utenze per chi non è in grado di pagare bollette dagli importi esorbitanti. I gestori devono fare la loro parte, ampliando la possibilità di rateizzare i pagamenti evitando che le famiglie restino al freddo e al buio in pieno inverno. A livello nazionale Adiconsum chiede l’alleggerimento della bolletta eliminando le accise e le voci non pertinenti i consumi energetici; il trasferimento di alcuni oneri generali di sistema sulla fiscalità generale; il contenimento dell’Iva e della tassazione; l’aumento del bonus sociale e del tetto Isee per accedervi; l’adozione di interventi per assicurare apparecchiature più efficienti per i disagiati economici; la creazione di un fondo sociale per consumatori vulnerabili; un albo dei venditori per il mercato libero con accesso dietro garanzie fidejussorie.

Si sta presentando, però, anche il problema del caro spesa, innescato non solo dall’aumento dei costi energetici ma anche da quello…
Il “caro bollette” incide fortemente sul carrello della spesa delle famiglie. Se per produrre, le aziende spendono di più, salgono i prezzi sugli scaffali. Lo stiamo constatando amaramente in tutti i punti vendita, nella grande, media e piccola distribuzione. Anche i carburanti costano di più: il pieno di benzina è aumentato di 15 euro l’anno, quello del metano addirittura raddoppiato. L’impennata dei prezzi, cui non corrisponde l’adeguamento di salari e stipendi, è conseguenza della pandemia e non eravamo preparati. Ci appelliamo alle istituzioni locali e nazionali affinché si facciano carico di un problema che mette a rischio la coesione sociale, anche a Modena.

Le aziende energivore (come le ceramiche) stanno pagando un prezzo molto alto. Per ora non si registrano chiusure, ma non sono da escludere con ovvie ripercussioni sui lavoratori.
A causa dei forti rincari dei costi energetici l’intero distretto ceramico di Sassuolo-Scandiano rischia uno stop nel momento in cui il mercato è fortemente positivo. Fermarsi oggi significa perdere clienti e quote di mercato che non si recupereranno più, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. Bisogna accelerare il percorso verso la transizione green, ma senza abbandonare subito l’utilizzo del gas metano, che copre il 52% del consumo interno lordo del sistema industriale manifatturiero dell’Emilia-Romagna. In generale vanno ripensate le politiche energetiche del Paese con strategie di medio periodo che, oltre al metano come energia di transizione, puntino a un ulteriore sviluppo del fotovoltaico e a velocizzare gli iter autorizzativi sugli impianti.

di Patrizia Palladino

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