Il gelo improvviso ha fatto strage di frutta: ciliegi, susini e peri i più colpiti

L’improvviso abbassamento delle temperature su tutto il territorio provinciale dalla bassa pianura alla montagna, con punte anche di 6-7 gradi sotto lo zero, si è abbattuto sull’agricoltura in uno dei momenti più delicato della stagione provocando danni ingenti alle coltivazioni.

E’ quanto afferma Coldiretti Modena nel commentare la gelata che ha colpito la notte scorsa la provincia con temperature decisamente al disotto della media stagionale dopo un inverno che si è classificato in Italia come il secondo più caldo dal 1800 a livello climatologico facendo registrare una temperatura addirittura superiore di 2,03 gradi rispetto alla media di riferimento.

Il gelo – rende noto Coldiretti Modena – si è abbattuto sulle piante nelle fasi delicate della fioritura dei frutti colpendo, in particolare nella zona di Vignola, ciliegi e susini ma anche, in tutta la pianura, i peri senza tralasciare le giovani piantine di meloni che in questi giorni sono appena state trapiantate. Nei frutteti il ghiaccio che si è formato sui fiori provocherà nei prossimi giorni la caduta dei fiori impedendo la successiva formazione dei frutti con la conseguenza di compromettere la futura raccolta.

Al momento, anche a fronte dell’incertezza delle previsioni per i prossimi giorni, è presto per una conta dei danni – sottolinea Coldiretti Modena – ma è certo che il colpo del maltempo si abbatte su un comparto, quello frutticolo, già pesantemente gravato dal flagello della cimice che, nella nostra provincia, ha provocato danni per 90milioni di euro”.

Ancora una volta siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne“.

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