La lista dei buoni propositi per il 2020? I consigli della psicologa D.ssa Benedicenti

Cosa scatta nella nostra mente quando sta per finire l’anno? Perché associamo questo periodo dell’anno alla possibilità di cambiare? Mancano pochi giorni al 31 dicembre e noi lo abbiamo chiesto alla Dottoressa Rossella Benedicenti, psicologa psicoterapeuta: “La fine dell’anno – risponde la dottoressa – porta spesso con sé un’autoriflessione sull’anno appena trascorso. Il tempo che rallenta, grazie anche alla pausa natalizia, ci permette di entrare maggiormente in ascolto di noi stessi e dei nostri desideri più profondi. Spontaneamente, quindi, si arriva a un bilancio delle cose che hanno funzionato, degli imprevisti e di quello che invece non è andato secondo le aspettative. L’idea di chiudere un anno come metafora della chiusura con un pezzo della propria esperienza di vita nell’idea che qualcosa di nuovo sta nascendo. Le cose nuove e tutte da scoprire (e costruire) generano spontaneamente speranza e voglia di fare il meglio che si può”.

Quali sono i buoni propositi più comuni tra le persone?
Che si tratti di aspetti di vita come il lavoro o beni materiali, più legati alle relazioni come ridare vita a un amore, un’amicizia o riprendere legami familiari o più incentrati verso se stessi come quando si desidera lavorare su lati caratteriali o fisici, il filo comune è migliorare e migliorarsi. Spesso ci si chiede impegno verso quei propositi pensati e desiderati durante l’anno appena trascorso, ma che non hanno trovato una realizzazione sufficiente. A volte capita che i propositi siano di rottura, cioè interrompere situazioni, abitudini o relazioni considerate negative.

Come dovrebbe essere una lista di buoni propositi per avere buone probabilità di successo? Cambiare le proprie abitudini è una delle cose più difficili da fare…
La prima cosa è cercare di mettere nero su bianco, in modo sincero, tutti i cambiamenti desiderati. La seconda è cercare di metterli in ordine di priorità. La terza è cercare di ipotizzare il grado di impegno richiesto per ciascun proposito e collocarlo nel tempo.

Qualche consiglio per stilarla?
Una volta chiarite le priorità e i tempi necessari per la realizzazione, è importante anche soffermarsi sulla concretezza e verificabilità dei propri propositi. Poniamo il caso di una persona che desidera prendersi più cura di sé dicendosi di voler dedicare più tempo allo sport, dirsi semplicemente “vorrei fare più sport” non aiuterà la persona a realizzare questo proposito. In base alla situazione reale e attuale, ha senso chiedersi un impegno chiaro e preciso, ad esempio “andare in palestra 2 volte a settimana” oppure “voglio fare 4 ore di sport alla settimana”. Un piano di realtà deve essere ovviamente tenuto in conto, nel caso di prima, ad esempio, chiedersi di passare da zero allenamenti a 6 allenamenti alla settimana potrebbe essere davvero troppo e troppo distante da quello che in quel momento siamo in grado di sostenere. Ovviamente nel corso dell’anno è possibile incrementare gradualmente i propri propositi.

Cosa evitare, invece, per non consegnarci a un sicuro fallimento?
Darsi obiettivi troppo grandi e con tempi irrealistici e non prevedere dei momenti di bilancio rispetto ai piccoli grandi risultati raggiunti, gratificandosi e ringraziandosi per l’impegno messo sino a quel momento. Nei casi in cui si sente di essere venuti meno al proprio impegno, è importante soffermarsi su cosa non ha funzionato e cosa ha reso difficile mantenerlo per imparare qualcosa anche nelle esperienze più negative.

 

di Patrizia Palladino

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