La nuova mobilità: l’intervista ad Andrea Burzacchini, amministratore unico di aMo

Andrea Burzacchini è al suo secondo mandato come amministratore unico di aMo, l’Agenzia per la Mobilità di Modena, con lui ragioniamo di mobilità durante il lockdown e di quello che ci aspetta una volta usciti dall’emergenza sanitaria.

Come è cambiata la programmazione della mobilità in fase 1, con la chiusura quasi totale delle attività e l’isolamento domestico?
Dal 23 febbraio, senza mai interromperle del tutto, abbiamo ridotto il numero delle corse degli autobus, su richiesta delle autorità per disincentivare gli spostamenti. Il numero dei passeggeri era calato fino al 90%, come in altri paesi europei. Da metà aprile accompagniamo le riaperture, ripristinando le corse. Ora vige l’orario di vacanza scolastica, con dei potenziamenti per garantire più spazio tra i passeggeri”.

Questo frangente, difficile per tutti e per alcuni drammatico, ha suscitato una riflessione positiva in tema di mobilità? Un’idea che avrebbe impiegato anni a maturare senza la spinta impressa dall’emergenza?
Come molti altri, anche noi come azienda ci siamo messi subito in modalità ‘lavoro da casa’. Senza spostarci abbiamo continuato i nostri progetti europei, incontrato il gestore Seta, il settore della scuola, enti pubblici e autorità, le altre agenzie della mobilità e la Regione. Ci siamo resi conto che si può lavorare senza muoversi ed è un aspetto che va tenuto in forte considerazione. È una sfida da cogliere, stringendo veri e propri ‘patti di comunità’ per cui ogni gruppo sociale, istituzione o settore sceglie di rinunciare a qualcosa per andare incontro agli altri. La società dovrà dimostrare maturità”.

Come immagina la mobilità post Covid?
A settembre, con la riapertura delle scuole, avremo ancora restrizioni sulla capienza degli autobus, le norme sono ancora in corso di definizione. Al di là di questo, però, c’è un rischio di perdita di attrattività del trasporto pubblico. Molte persone, che non si fideranno a salire su un autobus, potrebbero tornare all’auto privata. Sono tre le azioni per evitarlo. Da Stato e Regioni serve un finanziamento straordinario per aggiungere corse e garantire il distanziamento. Biciclette e pedoni devono avere più spazio nelle città, mentre la terza azione è sugli orari, non solo quelli della scuola. Dobbiamo pensare a orari differenziati per alleggerire il carico sugli orari di punta”.

Se vuole ribadire qualcosa o aggiungere altro…
Io sono ottimista e credo che il trasporto pubblico rimarrà un caposaldo della mobilità sostenibile. A Modena e in gran parte d’Italia il 70% degli spostamenti è su auto privata. La vera svolta sarà dimezzare la percentuale, arrivando al 30% con l’altro 70% a piedi, in bicicletta o con un mezzo pubblico. Perché il trasporto pubblico rimanga un pilastro della mobilità sostenibile, servono però finanziamenti e campagne mirate”.

Il trasporto pubblico, in fondo, è l’apoteosi del ‘car sharing’, è l’auto di tutti.
Dovrebbe essere inteso assolutamente in questo modo. E’ stata una grande invenzione del ‘900, nulla ci impedisce di continuare a pensarla così. In Europa stiamo ragionando sempre più dell’interazione tra mobilità pubblica a orario predefinito ed esigenze del singolo, come per l’autobus a chiamata attivo in provincia di Modena. Ci aspetta il compito di riflettere di più su questo versante. Potremo riparlarne più avanti, se vuole…”.

Possiamo darci appuntamento a settembre, in coincidenza tra l’altro con la riapertura delle scuole, per continuare il ragionamento sulla mobilità…
Volentieri, ne torneremo a parlare e verificheremo anche come è andata”.

 

di Patrizia Palladino

WP-Backgrounds Lite by InoPlugs Web Design and Juwelier Schönmann 1010 Wien