La scuola a distanza, come si fa didattica online a Modena

C’è un tempo in cui sperimentare è una virtù, ma c’è un tempo in cui si fa necessità. Le scuole saranno chiuse, almeno, fino al 3 aprile e la didattica non si deve fermare. Le lezioni a distanza, online, sono diventate il canale privilegiato per insegnare e mantenere la relazione con i ragazzi che, restando a casa, entrano in una “classe virtuale”. Dalla scuola d’infanzia alle superiori, abbiamo chiesto al dirigente delle Scuole Mattarella, Daniele Barca, e alla preside del Liceo Muratori San Carlo, Giovanna Morini, come funziona la loro scuola a distanza.

Alle medie – spiega Barca – usiamo l’applicazione Google Classroom con i ragazzi davanti allo schermo non più di 2/3 ore al giorno. Abbiamo un orario semplificato, integrato da attività di potenziamento e stiamo riflettendo anche su come recuperare ‘i dispersi’, per tenere dentro tutti. Alle elementari usiamo la posta per comunicare con i genitori e una bacheca sul nostro sito dove postare materiali. Per le classi 4ª e 5ª facciamo piccoli esperimenti di video conferenza. In alcuni casi, abbiamo portato materiali nella buca delle lettere, antico e moderno insieme per non lasciare indietro nessuno. In diretta streaming abbiamo la Tv dei Piccini con l’attore che recita storie e la Tv dei Ragazzi con un regista che racconta la storia del cinema. Per i docenti abbiamo Teacher Quark, la formazione a distanza”.

Come reagiscono i ragazzi? Vi seguono o sono troppo frastornati?
All’inizio c’era molta curiosità, adesso andiamo verso l’abitudine. La preoccupazione è riuscire a dare più stimoli. Ah dimenticavo… facciamo anche il risveglio muscolare di mattina, mezz’ora online con i professori di educazione motoria”.

Quando vi siete attivati?
Le Google Classroom le avevamo già, ma stiamo scoprendo strumenti che non utilizzavamo quasi. La prima settimana è stata di stupore e attesa, la seconda abbiamo organizzato le classi, dandoci regole e rafforzando il rapporto con le famiglie. Adesso siamo a regime. Sulla didattica a distanza non siamo perfetti, commettiamo anche errori, ma ci stiamo provando”.

L’obiettivo ora è mantenere aperta la relazione, capisco bene?
Sì, è la traccia che ho dato subito. Non dobbiamo preoccuparci ora di voti, valutazioni e compiti, ma di tenere insieme le persone”.

Nelle scuole superiori, invece, si entra nel vivo della didattica a distanza. A raccontarci cosa si sono inventati al Muratori San Carlo è la preside, Giovanna Morini: “Riflettevamo da tempo su come sfruttare al meglio le tecnologie per l’insegnamento e alcune delle nostre classi erano già attive su Classroom. Da alcuni anni, poi, è obbligatorio il registro elettronico che non serve solo per voti e presenze, ma è una finestra sulla scuola, mostra quali lezioni e verifiche ci sono o cosa fa il docente. Sfruttando questi strumenti, i docenti hanno iniziato subito a darsi da fare, lanciando il messaggio che la scuola c’era! Poi abbiamo elaborato alcune linee guida. Dalle reazioni dei ragazzi, abbiamo capito che lo strumento più gradito era la video conferenza e così un gruppo di docenti e ragazzi, in tre giorni, ha sperimentato e impostato le video lezioni. Si fa la versione di greco con la prof che, online, sottolinea gli errori o da suggerimenti, o si fa un esercizio di matematica usando lo schermo touch e un programma per scrivere. Ogni tanto ci si stacca dall’esercizio e ci si guarda in faccia, per vedere le reazioni, imparare a parlare uno alla volta tenendo i microfoni spenti quando serve. Dopo un po’ di prove, abbiamo potuto dire: ‘Bene, ci siamo, adesso c’è scuola!’.

Al Muratori San Carlo avete stilato un orario preciso delle lezioni online? Oggi greco o matematica, dalle alle?
– risponde la preside Morini – dopo la prima settimana, però, abbiamo calibrato gli impegni perché correvamo il rischio di esagerare. Come dice una nostra docente molto simpatica, ‘gli insegnanti sono come i gas che appena trovano uno spazio si infilano!’.

Ecco, i ragazzi non vedranno l’ora di tornare a scuola… anche per riposarsi un po’!
Didattica a parte, sono proprio i ragazzi che ci stanno facendo capire che quel che manca a tutti noi è la relazione. In questi giorni ci accompagna e ci aiuta tanto una bella frase di Einstein… ‘Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità’.

L’emergenza porta anche cose buone che rimarranno in eredità…
E’ questo lo spirito che ci anima. E’ scattato anche un contagio positivo per cui tutti si mobilitano, imitano i più esperti, vogliono fare meglio per mantenere il legame. Siamo dentro a un meccanismo di ricerca-azione, una sperimentazione a cui partecipano anche i ragazzi. E un grazie anche a voi per l’attenzione, perché è importante parlare degli strumenti tecnologici e della loro validità didattica”.

Troppo presto per pensare agli esami, vale dalla scuola d’infanzia alle superiori, adesso è tempo di pensare alla relazione e alla didattica. Perché, come dice la preside, “ci stiamo tutti dando da fare affinché questo tempo non diventi un tempo vuoto, perché sarebbe terribile”. Dentro e fuori dalla scuola.

 

di Patrizia Palladino

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