Modena, nasce la digital library della Biblioteca Estense Universitaria

Nasce alla Biblioteca Estense Universitaria di Modena una digital library che permetterà la consultazione in rete di parte del patrimonio archivistico e raro. I fondi digitalizzati saranno resi disponibili sulla piattaforma tramite il protocollo IIIF, che consente la visualizzazione, l’annotazione e la comparazione di fonti diverse. L’Estense sarà così la prima biblioteca italiana a partecipare a questo innovativo sistema, che già molte delle principali biblioteche internazionali condividono: la Ashmolean Library di Oxford, la British Library, la Library of Congress di Washington e la Biblioteca Apostolica Vaticana.

Il progetto, avviato dalle Gallerie Estensi e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che lo ha finanziato attraverso un bando da un milione e 300 mila euro, prevede il restauro, la digitalizzazione in alta definizione e la catalogazione di parte del patrimonio della biblioteca. Prevede inoltre la metadatazione e il recupero del patrimonio già scansionato, l’archiviazione digitale e la realizzazione di una biblioteca digitale ad accesso libero. La direzione scientifica è di Martina Bagnoli, direttore delle Gallerie Estensi, uno dei trenta musei autonomi di interesse nazionale.

La Biblioteca Estense possiede autentici capolavori come la Bibbia illustrata per Borso d’Este e la Mappa del Cantino, il più antico planisfero portoghese sopravvissuto, e una delle prime rappresentazioni delle coste americane. Ora i preziosi documenti conservati nel Palazzo dei Musei – in particolare gli scritti di Ludovico Antonio Muratori, i documenti musicali e le carte geografiche – saranno progressivamente messi in rete, a disposizione della comunità nazionale e internazionale in un unico catalogo digitale. La piattaforma di consultazione e condivisione online sarà poi fruibile da tutti: ricercatori ed esperti, ma anche studenti e semplici cittadini che potranno così accedere e curiosare tra i tesori della Biblioteca Estense.

La piattaforma di Digital Library, in collaborazione con il laboratorio AImageLab dell’Università di Modena e Reggio Emilia, diretto dalla prof. Rita Cucchiara, consentirà inoltre agli studiosi di intelligenza artificiale di utilizzare i contenuti della biblioteca per sviluppare i propri progetti di ricerca, come ad esempio riconoscere automaticamente la grafia dei manoscritti muratoriani.
La piattaforma verrà consegnata già a luglio per il collaudo interno e da quel momento inizierà il caricamento dei contenuti, costituiti sia dall’archivio delle digitalizzazioni pregresse (circa 500.000 immagini digitali, comprendenti tra l’altro il Fondo Muratoriano) che dal flusso delle nuove digitalizzazioni (circa 800 mappe in diverso formato e 20.700 documenti del fondo musicale estense organizzati in 3.837 fascicoli).

Altro elemento di novità è rappresentato dal progetto DIGITIAMO, laboratorio di inserimento lavorativo per adolescenti e giovani con autismo, reso possibile dalla collaborazione con l’associazione aut aut, che vedrà coinvolti i ragazzi nelle attività di digitalizzazione al fine di valorizzarne le attitudini e metterne a frutto i talenti, nell’ambito di un grande progetto di rilievo internazionale.

Il progetto Digital Humanities, cioè l’interazione tra competenze tecnico-scientifiche e storico-umanistiche, sarà il cuore di AGO, il Polo culturale della città di cui le Gallerie Estensi sono parte, insieme a UNIMORE, al Comune di Modena e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Come ha dichiarato recentemente Jeffrey Schnapp, membro dell’advisory board di AGO e docente di lingue e letterature romanze all’Università di Harvard, dove ha fondato il Metalab, “Ogni manoscritto miniato è un oggetto multimediale. La cultura occidentale in generale e quella italiana in particolare hanno una naturale propensione a fare dialogare cultura letteraria, cultura visiva e tecnica. La rivoluzione dell’informatica sta intensificando questo dialogo sotto condizioni nuove“.

Il progetto rappresenta una grande occasione per Modena di entrare a far parte di un’importante rete internazionale per la valorizzazione del patrimonio storico digitalizzato, capace di tutelare e comunicare i beni storici e artistici attraverso l’innovazione tecnologica.

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