“Noi, malati di smog”, intervista alla presidente di Legambiente Modena

Anche quest’anno il Dossier Mal’Aria di Legambiente ‘spaventa’ sui livelli di inquinamento che avvolgono le nostre città. A gennaio, a Modena abbiamo superato 18 volte il limite giornaliero di PM10 e peggio di noi solo Reggio. A febbraio, per un paio di volte, abbiamo oltrepassato i 200 microgrammi per m3, 4 volte il limite di legge. Ne parliamo con Alessandra Filippi, presidente del Circolo Legambiente di Modena “Angelo Vassallo”.

Come viene costruito il dossier? Da dove vengono i dati?
Sono dati ufficiali, scaricati dai siti dell’Arpa o delle analoghe agenzie regionali per la protezione dell’ambiente. Numeri assolutamente scientifici e rilasciati da un ente che ha il titolo per farlo, visibili e verificabili da tutti.

Il quadro, locale e nazionale, che emerge è tutt’altro che rassicurante…
La situazione più critica è quella del bacino padano, sia per la conformazione geografica dell’area che per il grande numero di automobili e l’industrializzazione. Il 30 gennaio scorso, a Bologna, il ministro Galletti ha incontrato i presidenti di Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto per ragionare, finalmente, su un piano di qualità dell’aria che interessi tutto il bacino. Gli interventi devono essere di sistema e bisogna cominciare a investire, non dobbiamo più ragionare in modo emergenziale.

Modena nel 2016 ha oltrepassato il limite delle PM10 per più di 35 giorni, come nelle vicine Reggio, Piacenza, Ferrara e Rimini…
Purtroppo ogni anno siamo sempre abbastanza in alto nella classifica perché, come dicevo, siamo in Pianura Padana.

Il dossier, citando l’Agenzia Europea per l’Ambiente, parla di 467 mila morti per inquinamento con costi sanitari tra i 400 e i 900 miliardi l’anno.
Sì, si comincia anche a parlare di quanto costa mettere mano ai danni da inquinamento ed è un dato importante, da tenere in forte considerazione quando si fanno i bilanci, per cominciare a fare veramente prevenzione e non limitarsi alle manovre antismog. Bisogna smetterla con la cultura dell’emergenza.

Legambiente esprime un giudizio positivo sul Pair 2020 (piano aria integrato regionale) ma chiede maggiori controlli e sanzioni. Sarebbero forse utili anche per fare rispettare la manovra antismog?
La manovra serve soprattutto a sensibilizzare, se poi c’è anche la sanzione forse aiuta, ma siamo sempre nel campo delle emergenze, occorrono iniziative strutturali. Sulle sanzioni le porto un esempio di questi giorni. Si è riaccesa la polemica su Gigetto e sui passaggi a livello in F.lli Rosselli e Morane. Secondo alcuni la chiusura delle sbarre provoca code e questo viene portato come motivazione per sostituire Gigetto con un altro mezzo. Come Legambiente, abbiamo contato le auto in sosta al semaforo rosso e quelle ferme al passaggio a livello. Nella fascia 7-9, contiamo 3.000 auto al semaforo e solo 300 al passaggio a livello, inoltre chi si ferma al passaggio a livello è obbligato a spegnere il motore, mentre dall’altro lato ci sono 3mila auto ferme a motore acceso… Forse bisognerebbe iniziare anche lì a sensibilizzare, pensando a chi ci vive.

Legambiente elenca anche ‘Le 10 mosse per uscire dallo smog’. Quale sarebbe la prima da fare a Modena?
A Modena la prima mossa è investire davvero sulla mobilità alternativa. Ci aspettiamo un tavolo, una cabina di regia che coinvolga i soggetti interessati, ovvero il Comune, l’Agenzia per la Mobilità e Seta, per ragionare su investimenti in mobilità dolce e trasporto pubblico. Sarebbe un grande passo avanti, perchè è chiaro che io uso l’auto anche perchè non trovo alternative.

Di Patrizia Palladino

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