Pavullo, intervista al nuovo sindaco Luciano Biolchini

Luciano Biolchini, dopo la vittoria del 19 giugno contro il candidato del centro sinistra Stefano Iseppi, si presenta e racconta il suo primo mese da Sindaco di Pavullo.

Sindaco, quando e come è approdato alla politica?
Ho 64 anni e ho fatto tutta la vita l’imprenditore nel settore del legno. Ho da sempre la passione per la politica, ma prima non avevo tempo, ero un simpatizzante come tanti. Faccio politica attiva da una quindicina di anni. Sono stato consigliere comunale, segretario del Pdl e prima di Alleanza Nazionale.

Alle ultime elezioni, cosa le ha fatto dire ‘adesso mi candido’?
Vari motivi. Primo, dal punto di vista del lavoro, potevo prendermi un impegno così, poi ho ritenuto giusto farlo per il mio paese perché l’amministrazione, dopo 28 anni, aveva bisogno di un cambio. Freschezza e voglia di fare fanno bene, indipendentemente da destra o sinistra.

Eletto al ballottaggio con il 61% dei voti, se lo aspettava o è stata una sorpresa?
In queste dimensioni, sono sincero, è stata una sorpresa. La lotta dura è stata andare al ballottaggio perché gli avversari erano tutti in gamba e validi, una volta lì, mi aspettavo di vincere, anche se non in queste dimensioni.

I suoi obiettivi nei cosiddetti ‘primi cento giorni’ di governo?
Le priorità… Le priorità sono tante, ma c’è un concetto che vorrei spiegare bene ai cittadini, perché so che le aspettative sono altissime. Fino a fine anno, è tutto fatto e non ho spazi di manovra. Il bilancio è stato fatto da altri e le manifestazioni sono organizzate. In questi sei mesi io, in pratica, sono un esecutore. Dal prossimo anno, invece, ci sarà del nostro, prenderemo decisioni e responsabilità. Quel che stiamo già facendo, invece, è coinvolgere i cittadini, spingere sulla partecipazione. Stiamo preparando un bando e chiunque può partecipare per dare il suo contributo volontario al verde, alla sicurezza, alla manutenzione e altro. Tanti vogliono dare una mano, bisogna solo dare gli strumenti giusti.

Il Frignano è anche terra di turismo, progetti e idee in cantiere?
Vogliamo sistemare il nostro paese, che torni a essere bello, entrare in rete con le piccole cose che abbiamo, che poi piccole non sono, come il castello di Montecuccolo, e curare le manifestazioni. Più che grandi progetti, piccoli progetti per creare un ambiente appetibile.

Una città è accogliente anche quando è bella, pulita e sicura. Si aspetta la collaborazione di tutti, opposizione inclusa?
Certamente! Riguardo alle opposizioni, cercherò sempre di coinvolgerle e cercherò di approvare tutto quel che mi passano, se compatibile con il bilancio e tecnicamente fattibile. Ritengo che in democrazia sia importante tanto l’opposizione quanto la maggioranza, più idee ci sono meglio è. Non ho il retaggio di rifiutarle, anzi, oltre a passarle, ringrazierò di averle portate in consiglio.

Può essere stato questo atteggiamento a farla vincere?
In dieci anni di opposizione ho sofferto per il muro contro muro. Da sindaco voglio provare a far diversamente e, dico la verità, credo ci siano le condizioni per farlo, perché l’opposizione è giovane e molto aperta, dal Pd ai 5 Stelle, alla Minelli. Sono fiducioso.

L’altro tema molto sentito è quello dell’Ospedale, come intende muoversi?
Con la stessa logica, coinvolgendo opposizione, volontariato, associazioni e società civile. Dobbiamo essere un blocco unico di 17mila e 500 abitanti, tutti insieme a difendere l’ospedale, senza destra, sinistra o centro. Se riusciremo a fare massa, senza che nessuno ci metta una bandierina sopra, potremo ottenere qualcosa. Tanti anni in consiglio e ora sindaco, le sue giornate saranno molto cambiate… Prima lavoravo ancora nell’azienda di mio figlio, adesso mi è cambiato praticamente tutto! Io conosco bene il meccanismo della politica, ma un conto è la politica e un conto è l’amministrazione, due cose diverse, quindi adesso devo imparare tutto, son venuto a scuola!

Ci racconta cosa fa un nuovo sindaco?
I primi giorni sono stati molto impegnativi! Problemi e problemi, la gente te li porta sulla scrivania e ti devi dar da fare per cercare di risolverli. Ho 64 anni e sono esperto di politica ma, dico la verità, il giorno dopo la vittoria ho avuto una gran paura, ho sentito il peso addosso. Quando sono entrato in comune, però, e ho incontrato i dipendenti, che mi hanno accolto benissimo e si sono messi a disposizione, beh, mi son sentito protetto, aiutato e mi son passate tutte le paure. Mi son sentito in famiglia!

Nella sua famiglia più ristretta, invece, cosa dicono? Più contenti o preoccupati?
Tutti e due i sentimenti, contenti ma anche preoccupati per l’impegno che mi sono preso. I primi quattro giorni non ho quasi dormito, i primi due dalla contentezza, gli altri due per la preoccupazione… adesso ho trovato un equilibrio!

Di Patrizia Palladino

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