Senso unico eccetto le bici: l’intervista a Giorgio Castelli della Fiab

Da qualche settimana si parla di riforma del Codice della Strada. Tra le modifiche all’orizzonte, c’è il discusso e forse malinteso ‘senso unico eccetto bici’, quello che chiamiamo “andare contromano”. Esperienza consolidata in molti paesi europei e in alcune città italiane tra cui Reggio Emilia, capiamo come funziona con Giorgio Castelli, segretario Fiab di Modena: “Ci sono strade – ci spiega Castelli – che, per dimensioni, non possono essere percorse nei due sensi dalle auto. In questi casi, con basso tenore di traffico e velocità a 30 km, come nel nostro centro storico, la strada può essere a doppio senso per le biciclette e a senso unico per le auto”.

Accade già, per altro… Molti, in fai da te, applicano il ‘senso unico eccetto bici’.
Occorre regolamentare! A Modena abbiamo un esempio molto chiaro tra piazza Matteotti e la Chiesa del Voto, lì è ‘senso unico eccetto taxi e mezzi Hera’. La riforma del Codice della Strada prevede proprio questo: dove non si possono incrociare due auto, ma c’è spazio per una bici e un’auto, si fa ‘senso unico eccetto bici’.

Applicato solo alle zone 30… Una buona notizia per i ciclisti?
Certo e aggiungo che è una cosa che noi chiediamo da molto tempo alla nostra Amministrazione. Basterebbe da subito un’ordinanza del Sindaco, come ha fatto Graziano Del Rio per il centro storico di Reggio Emilia.

Castelli, siamo in pianura senza dislivelli se non artificiali. La bicicletta dovrebbe essere la regina della strada e invece…
Guardi il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile del Comune ha messo in luce dati a dir poco allucinanti… Usando i dispositivi GPS delle assicurazioni, quelli che conteggiano i chilometri, è emerso che il 12% dei modenesi usa l’auto per fare meno di 1.000 metri, il 32% meno di 2.000 metri e il 45% la prende per farne meno di 2.500! Se riusciamo a togliere dalla strada quel 45%, abbiamo la metà di auto, rumore e inquinamento. Il problema non è combattere l’auto, ma usarla quando serve!

Un’analisi sintetica della viabilità ciclabile in città, come è cambiata negli anni?
Negli ultimi 5 anni, in sintesi dico che abbiamo perso 5 anni!

Sta dicendo che non è stato fatto nulla? Non mi pare che sia così, vuole precisare?
No, non è che non sia stato fatto nulla, ma 5 anni fa era stato approvato un piano della mobilità ciclabile da cui emergevano criticità e cose da fare… queste cose non sono state fatte. Abbiamo chiesto di spendere in proporzione al numero di ciclisti. Il 10% di noi va in bicicletta? Bene, il 10% delle risorse della mobilità va speso per le bici, senza pretendere opere faraoniche. Ad esempio sui marciapiedi, che tutti usano, purtroppo non si è fatto nulla. In 5 anni, su mobilità ciclabile e pedonale, non si è investito.

Altro da fare, oltre ai marciapiedi?
La segnaletica, in parte obsoleta o fuori norma… Se non ci sono risorse, metti a posto la segnaletica o gli attraversamenti ciclabili che, in molti casi, fra una ciclabile e l’altra non ci sono, per cui devi scendere dalla bici, attraversare e risalire. Avevamo chiesto cose modeste dal punto di vista degli investimenti, ma non sono state fatte.

A breve andremo alle urne, incontrerete i candidati sindaci?
Sì, alcuni li abbiamo già incontrati e altri li incontreremo, lo faremo con tutti i candidati. Vorremmo che le nostre richieste entrassero almeno nei programmi elettorali, per chiedere poi che vengano rispettati…

di Patrizia Palladino

WP-Backgrounds Lite by InoPlugs Web Design and Juwelier Schönmann 1010 Wien