Smart Generation, un progetto per educare all’uso dello smartphone

Tutto pronto al Centro Ferrari di Modena per l’incontro coi i partner europei del progetto Smart Generation in programma questa settimana, da mercoledì 15 a venerdì 17 febbraio. A Modena sono attesi esponenti della Fundacion Cibervoluntarios (Spagna), della Rural Women National Association (Romania), della rete europea EAEA (Belgio), di ANFMR (Romania) e di Solidarci di Caserta. Tutti i partner, quindi, del progetto Smart Generation, finanziato dall’Agenzia Nazionale per i Giovani nell’ambito del Programma europeo Erasmus+.

Il progetto Smart Generation ha preso il via con un’ampia indagine su un campione europeo di 1500 ragazzi e 500 insegnanti ed educatori rispetto alle modalità di utilizzo dello smartphone nella quotidianità e a fini educativi. Sulla base dei risultati è stato sviluppato un Modello Pedagogico, elaborato a partire dalla metodologia della Media Education per favorire un uso critico e consapevole di questo strumento negli ambienti formativi formali e non formali.
Ora il modello “Educare allo smartphone” sarà sperimentato e valutato coinvolgendo 70 insegnanti ed educatori e 500 ragazzi europei tra i 12-17 anni. L’incontro modenese serve appunto a fare il punto coi partner europei che nei loro territori di competenza svilupperanno focus group a beneficio di insegnanti ed educatori. Il Modello Pedagogico, valutato e validato attraverso i canoni della socioterapia, si concentra su 4 aree di competenza: identità digitale, relazioni digitali, sicurezza digitale e competenza digitale. Il Modello sarà poi revisionato in base agli elementi emersi e reso disponibile su una piattaforma online a libero accesso.

Lo smartphone – sottolinea il presidente del Centro Ferrari, Paolo Tomassoneè ormai diventato un’appendice imprescindibile per i giovani d’oggi, che però non sempre lo usano in maniera consapevole e costruttiva. Lo smartphone influenza le relazioni, ha un ruolo nello sviluppo della propria identità, condiziona, cambia e mette a rischio la propria idea di sicurezza, amplifica le proprie conoscenze e fornisce opportunità per svilupparne di nuove. Di fronte alle nuove dinamiche, insegnanti ed educatori possono raccogliere la sfida rappresentata da un utilizzo a fini educativi di questo strumento. Questo piccolo oggetto condiziona la nostra vita: a noi il compito di decidere come”.

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