Vandelli: “Al momento non ci sono arrivate nuove proposte per il Direzionale Manfredini”

Salvo che la proprietà non decida di demolire, la soluzione per il Direzionale Manfredini va cercata nelle sue caratteristiche originarie, con interventi per un possibile mix di destinazioni tra loro interconnesse: direzionale, ricettività, commerciale, salute. Attualmente non ci sono pervenute nuove proposte che spettano comunque al privato”.

Lo ha detto l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 9 novembre, rispondendo all’interrogazione della consigliera Federica Venturelli (Pd), firmata anche da Chiara Susanna Pacchioni, sul futuro del Direzionale Manfredini.

La consigliera ha chiesto “se la società proprietaria abbia già proposto qualche soluzione per il recupero e il riutilizzo dello stabile in passato e nel presente o annunciato per un prossimo futuro”, e di riferire in Consiglio comunale su quali opportunità potrebbe offrire alla città la rivalorizzazione dello stabile “o comunque quali possibilità ci siano, seppur in divenire, affinché la nuova legge urbanistica regionale e il prossimo piano urbanistico generale della città possano offrire prospettive a situazioni come quella in oggetto”.

Vandelli ha sottolineato che “il processo di rifunzionalizzazione del Direzionale Manfredini, come di altre strutture simili, è complesso: dipende in primo luogo dai privati proprietari e non può avere nella sola Municipalità un referente operativo. Come Comune – ha proseguito – possiamo e dobbiamo accompagnare questi processi fornendo regole e tempi certi per la disamina di progetti. Attraverso il nuovo Piano urbanistico dobbiamo fornire certezze: procedure e tempi sicuri per garantire la trasformazione e il riuso”.

L’assessora ha ricordato che “il direzionale ha una superficie utile di oltre 20.000 mq, è facilmente raggiungibile con mezzi privati e di trasporto pubblico, e si colloca in un’area dove sono presenti altri importanti direzionali. Per contesto – ha aggiunto – potrebbe quindi rimanere un direzionale, ma manca la domanda per la funzione originaria. Potrebbe certamente essere riconvertito a funzione residenziale, presente nella zona, ma siamo in presenza di un oggetto rigido, monolitico, e una riconversione ad altre funzioni si potrebbe realizzare solo attraverso una sostituzione edilizia, con costi significativi che annullerebbero il valore della nuova struttura”.

In chiusura di dibattito, l’assessora Vandelli ha precisato che “spostare funzioni importanti anche in termini di identità per il centro storico di Modena, come il Tribunale e l’indotto che vi è attorno, creerebbe nuovi vuoti. Occorre piuttosto migliorare l’attrattività della città per entrare in circuiti internazionali, creare le condizioni per attrarre sul territorio ulteriori attività bancarie, assicurative, dei servizi e dell’innovazione tecnologica”.

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