Vox Populi: Giovani e alcol, un allarme sociale

Alcol servito ai minorenni: non accade solo nelle discoteche ma anche nei locali della movida modenese, dove capita che ai giovani non sia richiesto un documento prima di servire da bere. E’ un allarme sociale quello dell’abuso di alcol tra giovanissimi che attendono il fine settimana per sballarsi di drink. La settimana scorsa il Questore di Modena ha fatto chiudere per 20 giorni la discoteca Kyi di Baggiovara in seguito ad un episodio avvenuto il 6 ottobre: quella notte un 16enne rischiò il coma etilico e venne portato in ospedale dopo aver bevuto all’interno del locale. E non è la prima volta che accade: nel novembre 2015 sempre al Kyi altri due giovani finirono al pronto soccorso per aver bevuto troppo.

E’ una situazione difficile da gestire – spiega il presidente delle discoteche modenesi Gabriele Fantuzzi del Sindacato Locali da Ballo di Confcommerciofacendo accedere ragazzi che hanno meno di 18 anni in serate promiscue con ragazzi maggiorenni c’è sempre il rischio che quello che ha più di 18 anni compri da bere e lo passi al minorenne. La responsabilità tuttavia non è solo dei gestori, anche le famiglie devono metterci del loro nel gestire la situazione: a noi, ad esempio, non permettevano di andare nelle discoteche a 14 anni, adesso sono gli stessi genitori che accompagnano i figli in discoteca a quell’età pur sapendo che l’ingresso è vietato ai minori di 16 anni. Per quanto riguarda l’alcol, nella maggior parte delle discoteche modenesi, vengono adottate delle misure di prevenzione: ai maggiorenni all’ingresso viene consegnato un braccialetto che permette di bere alcol al bar mentre ai minorenni non diamo alcun braccialetto”.

L’aumento della diffusione dell’alcol tra i giovani è favorito dalla facilità con cui è possibile procurarsi da bere: mentre molti baristi del centro si difendono dicendo che nei loro locali non vengono serviti alcolici ai minorenni, con tanto di cartelli affissi fuori, altri puntano il dito contro i negozi etnici che sono aperti fino a tarda notte e diventano luogo prediletto dai giovanissimi per acquistare vodka o altro a poco prezzo, magari prima di andare in discoteca. La chiusura anticipata alle 21 dei cosiddetti negozi etnici, spesso ricettacolo di gente che bivacca in strada ubriaca, è stata inserita dal Ministro dell’Interno Salvini nel decreto sicurezza e trova l’approvazione di diversi modenesi.

 

Il parere degli intervistati

Teresa, barista: “Il problema esiste, nel nostro bar chiediamo la carta d’identità se abbiamo dei dubbi sull’età però i ragazzi vanno poi a prendere da bere altrove“.

Mattia, disoccupato: “Tra i giovani è diffuso l’abuso di alcolici al venerdì sera, molti mandano il maggiorenne del gruppo a comprare alcol. Succede ovunque e pochi controllano“.

Anna, pensionata: “Non è facile perché i ragazzi le studiano tutte e vanno nei supermercati a comprare alcol. Il problema sta in famiglia e scuola che non educano più“.

Michele, barista: “Chiudere solo i negozi etnici alle 21 non lo trovo giusto, basterebbe evitare che tenessero gli alcolici in frigo, altrimenti ci vuole una licenza di somministrazione“.

Martina, commessa: “E’ un problema reale, non c’è alcun controllo: acquistare da bere è facile, nei locali e nei bar, nessuno chiede un documento specie nei negozi etnici“.

Mauro, artigiano: “E’ un fenomeno pietoso, non credo sia colpa dei gestori ma dei genitori, di mancanza di educazione. Chiudere i negozi etnici non risolve“.

 

di Giada Chiari

WP-Backgrounds Lite by InoPlugs Web Design and Juwelier Schönmann 1010 Wien