Vox Populi: i Controlli di vicinato servono?

Sono circa 1300 i cittadini modenesi che hanno aderito al progetto “Controllo di vicinato”, lo strumento di prevenzione basato sulla partecipazione attiva dei cittadini attraverso il controllo della propria zona di residenza, in collaborazione con le forze di polizia, per ridurre i cosiddetti reati predatori. Nei quartieri si susseguono le assemblee tra residenti e polizia municipale per mettere a punto il progetto che a Modena ha preso avvio nel 2016.

Ma come si attua esattamente il “controllo di vicinato” e quanto è efficace realmente? Ne parliamo con Patrizia Gambarini, vicecomandante della Polizia Municipale di Modena. “E’ fondamentalmente un’unione di persone che conversano tra di loro via whatsapp passandosi delle informazioni che sono importanti per la sicurezza urbana. Il referente per la polizia municipale è il coordinatore di ogni gruppo (abbiamo già raggiunto la 50ina), è lui che trasmette le informazioni raccolte che poi possono essere lavorate”.

La dottoressa Gambarini ci tiene a sottolineare un aspetto molto importante del controllo di vicinato: “Non serve in caso di emergenze, il tentativo di furto, ad esempio, necessita di un contatto con il 112, perché c’è una richiesta di supporto immediato. Noi infatti cosa diciamo facendo formazione a tutte le persone? Dovete imparare a distinguere: quella che è la situazione di emergenza va trattata come tale, quelle che invece sono informazioni raccolte che possono essere lavorate in un momento successivo vanno trasmesse attraverso il gruppo di controllo di vicinato”.

Finora che risultati ha dato? “In generale, nelle zone dove esiste – conclude la Gambarini – da tempo abbiamo avuto un abbattimento del numero di furti: mi riferisco in particolare a Cognento, dove si è installato il primo gruppo di vicinato: lì funziona davvero e i residenti sono molto attivi, a distanza di un anno e mezzo i furti sono ripresi ma con caratteristiche diverse. In ogni caso mi preme sottolineare che la costruzione di queste chat, di questi gruppi, fanno sì che le persone si sentano di collaborare alla sicurezza urbana ma anche più unite, più coese e di conseguenza più protette”.

Dunque, secondo la Polizia Municipale, il progetto funziona e per questo si susseguono le assemblee nei diversi quartieri di Modena perché, da sempre, la collaborazione tra vicini è fondamentale per far sì che si instauri un clima di sicurezza che verrà percepito da tutti i residenti, in particolar modo dalle fasce più deboli come gli anziani.

 

Il parere dei cittadini

Angela, casalinga: “Abito in San Faustino e lì è molto attivo il controllo di vicinato, sono in tanti i cittadini che hanno aderito. Alcuni furti sono stati sventati“.

Andrea, libero professionista: “Trovo che sia un’idea molto positiva e serva anche come deterrente: con la segnalazione di una vicina abbiamo sventato un furto nel mio condominio“.

Tiarda, insegnante: “Abito in centro e non so se sia attivo il controllo di vicinato penso potrebbe funzionare. Nel mio condominio ci conosciamo bene tutti ed è fondamentale“.

Savina, impiegata: “A Cognento siamo stati tra i primi ad averlo, dove abito sono tanti gli iscritti e abbiamo una chat comune, però i furti sono all’ordine del giorno lo stesso“.

Eros, pensionato: “In zona Musicisti, i furti non si contano anche a noi hanno rubato di tutto. Più attenzione da parte delle istituzioni preposte al controllo del territorio”.

Fausto, pensionato: “A Modena est ci sono parecchi furti, da noi sono venuti più volte prendendo di mira garage e cantine. Tra vicini siamo attenti ma non basta“.

 

di Giada Chiari

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