Castelfranco e l’emergenza Coronavirus. Intervista al sindaco Gargano

Iniziamo oggi un viaggio nei vari comuni della nostra provincia per scoprire come stanno affrontando l’emergenza Coronavirus e le principali problematiche che si trovano a dover risolvere. Partiamo da Castelfranco dove abbiamo raggiunto telefonicamente il sindaco Giovanni Gargano.

Sindaco, quali sono le criticità principali che dovete affrontare nella zona di Castelfranco?
“Innanzitutto la permeabilità del territorio. Noi siamo un territorio di mezzo e come tutti i territori di mezzo è caratterizzato da una grande facilità di movimento sia verso Modena che verso Bologna. Poi c’è la vastità del territorio stesso, visto che quello di Castelfranco è uno dei più estesi della provincia con oltre 300 km di strade. Per questo, davanti a un’emergenza che coinvolge tutta la comunità in contemporanea diventa molto difficile fare una serie di operazioni anche legate alla prevenzione e al controllo oltre che alla repressione, qualora ce ne fosse bisogno. Devo dire che io sono sostenuto dall’arma dei Carabinieri, che non smetterò mai di ringraziare, dalla stessa prefettura, dalle forze dell’ordine in generale e dalla polizia municipale, che fin dai primi minuti hanno messo a disposizione le loro competenze per cercare di arginare ogni problematica che stava venendo avanti. Basti pensare che abbiamo, sostanzialmente, già denunciato sei persone e ne abbiamo controllate oltre 400. E’ un lavoro molto intenso e meticoloso che non finirà finche non avremo tagliato il traguardo di questa emergenza”. 

La vostra Casa della Salute può ospitare i malati di Coronavirus?
“La Casa della Salute di Castelfranco ospiterà, nel nuovo Ospedale di comunità, dei pazienti di bassa intensità sintomatologica, ma Covid positivi. Si tratta cioè di persone che, per vari motivi, nella loro abitazione non hanno la possibilità di rimanere isolate e, allo stesso tempo, non hanno una sintomatologia così grave per essere inseriti nei reparti degli ospedali. Quindi sono state create delle strutture intermedie dove ospitare questo tipo di pazienti non complessi, che devono soprattutto essere isolati per evitare che possano estendere il contagio. Anche Castelfranco così entra a sistema nell’ingranaggio di tutta la gestione complessiva di quella che è l’intera risposta del sistema sanitario. Lo facciamo con la nostra Casa della Salute che è la più grande dell’Emilia Romagna. Naturalmente mandiamo un ringraziamento ai suoi sanitari e a tutto il personale anche non sanitario visto che stanno facendo un grande lavoro e che sono di grande sostegno all’intero sistema”.

State cercando di essere vicini alle persone chiuse in casa anche con iniziative virtuali. Quali?
“Guarda, credo che siamo stati tra i primi Comuni a mettere in campo delle iniziative di questo tipo, siamo andati anche su Sky essendo, penso, il primo Comune in Italia ad aver attivato la consegna a domicilio dei libri della biblioteca. Credo che sia un’ottima iniziativa e sono stati consegnati ad oggi circa 350 libri a domicilio dalla Protezione Civile. Poi ovviamente abbiamo la spesa e i farmaci a casa, abbiamo attivato, assieme agli altri Comuni dell’Unione, dei numeri di riferimento per le persone fragili, che hanno bisogno di qualsiasi cosa. Il nostro è lo 059 959316, dove risponde la Protezione Civile di Castelfranco Emilia. Se posso ricordarlo, abbiamo anche attivato un Iban per raccogliere fondi a sostegno delle attività che stiamo mettendo in campo come Protezione Civile per l’emergenza. Devo dire che, in pochi giorni, sono già arrivati oltre 10 mila euro su questo Conto Corrente, un fatto che ci fa essere ancora più orgogliosi della nostra comunità che, come sempre, nei momenti difficili sa unirsi e dare il meglio di se. E poi non posso non ricordare e abbracciare le famiglie che hanno avuto dei lutti in queste settimane e ovviamente un forte abbraccio anche a tutti coloro che stanno lottando per uscire dalla malattia e per recuperare quella normalità che tutti meritiamo e che dobbiamo andare a riconquistarci con i denti”.

I social e la rete in questa situazione si stanno rivelando molto importanti. Ci sono anche persone molto anziane che hanno imparato a usare una tecnologia che prima quasi rifiutavano… 
“Questa si chiama resilienza, cioè una volta che tu hai preso il colpo e l’ammaccatura ce l’hai, poi arriva la risposta e comincia tutta una serie di quelle che io chiamo opportunità che, se le sappiamo cogliere in questo momento, potranno essere i pali su cui costruire il nostro futuro da qui a pochi mesi. Basti pensare alla profonda e repentina trasformazione del nostro ente, il Comune, con l’80-85% delle persone in smart-working, organizzato in 5 giorni. Credo che questo sia un elemento distintivo di quanto la macchina sia stata flessibile ad accogliere l’urto, ma anche a trasformarlo in grande opportunità. Merito soprattutto delle competenze e capacità delle persone che lavorano in questo ente e che io mi fregio di avere con me in squadra perché senza di loro farei veramente poco. Non abbiamo interrotto nessun tipo di servizio, abbiamo fatto in modo che tutto quello che si faceva prima in ufficio ora la si possa fare attraverso il computer. Finita l’emergenza sarà importante mantenere, almeno in parte, questa opportunità, per la qualità del lavoro e per la velocità delle procedure, oltre che per l’impatto che questa cosa ha sull’ambiente con meno macchine in giro, meno carta etc….”. 

Voi comunicate molto attraverso le dirette Facebook. Avete molta partecipazione?
“Si sono molto partecipate e hanno una straordinaria interazione. E’ una attività di servizio molto gradita. Io sono stato penso uno dei primi nella provincia a presentare la mia giunta con una diretta Facebook e, a maggior ragione, ho continuato a utilizzare questo mezzo anche dopo. La diretta Facebook è una diretta di servizio, io uso il canale istituzionale come vero punto di riferimento dell’amministrazione per cercare di incunearmi il più possibile all’interno del tessuto sociale. Cerco di utilizzare tutti gli strumenti a mia disposizione per poter arrivare, non dico ovunque, ma il più avanti possibile in mezzo alla gente. In questo momento il digitale, la rete, i Social sono gli strumenti che ci tengono vicini e quindi non possiamo non tenerne conto e non utilizzarli. Io sono stato chiamato da questa comunità per far si che il potere che mi è stato dato sia trasformato in benessere per la comunità stessa e questo benessere, in questa fase, passa anche attraverso le tecnologie”. 

di Giovanni Botti

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