Alberghi, camping e rifugi dell’Appennino pronti ad accogliere i turisti in sicurezza

Siamo pronti per accogliere i turisti in piena sicurezza grazie alle rigorosa applicazione dei protocolli regionali ed abbiamo le carte in regola per competere sul mercato: gli interventi strutturali, compiuti in particolare sugli alberghi, tesi anche ad incrementare sempre più la gamma di servizi offerti, hanno infatti permesso di aumentare sensibilmente la qualità dell’accoglienza del nostro Appennino“.

Lancia così la carica di alberghi, camping, bar e ristoranti dell’Appennino Amedeo Faenza, neo presidente della Consulta Regionale del Turismo di Confcommercio Emilia Romagna in vista dell’apertura della stagione estiva per il nostro Appennino.

Qualcosa peraltro si sta finalmente muovendo nel mercato – conferma Faenza – perché stanno arrivando da varie parti d’Italia e quindi non solo dall’Emilia Romagna, manifestazioni di interesse a trascorrere qualche giorno nella splendida cornice del nostro Appennino: si tratta di richieste che confidiamo, vista anche la competitività delle offerte messe in campo, possano trasformarsi in prenotazioni, capaci così di salvare almeno in parte la stagione“.

I bandi pubblici degli ultimi anni – precisa Faenza – hanno poi fatto da volano ad investimenti da parte delle nostre imprese in varie direzioni per oltre 150 milioni di euro: innovazione tecnologica, centri benessere, efficientamento energetico, servizi aggiuntivi per la clientela, piscine sono stati i principali capitoli su cui i nostri imprenditori hanno lavorato e che hanno permesso più complessivamente di potenziare la capacità attrattiva dei nostri territori“.

Il quadro – afferma Faenza – rimane comunque complicato per l’economia turistica del nostro Appennino ed è inimmaginabile, in assenza di aiuti veri da parte del Governo e di risorse messe a disposizione di Regione e Comuni, che le nostre imprese potranno sostenere i medesimi costi aziendali del 2019: la boccata di ossigeno che arriverà dal contributo a fondo perduto, unita alla liquidità ottenuta da tante imprese tra mille peripezie burocratiche non saranno certo sufficienti a garantire la tenuta di un settore che dà lavoro a migliaia di addetti.

Salutiamo infine con favore l’iniziativa intrapresa a Pavullo per la riduzione della TARI, ma – conclude Faenza – non ci possiamo accontentare della buona volontà di singoli Comuni:  siamo ancora in attesa della declinazione di una delibera di oltre un mese fa dell’autorità di regolazione nazionale ARERA da parte di ATERSIR, che impone ai comuni ed alle società di gestione della raccolta di rifiuti il taglio della TARI alle attività colpite dal Covid-19, che non devono certo pagare per rifiuti non prodotti.

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