Castelfranco: intervista all’Assessore Giovanni Gargano, tra sicurezza e territorio

Come Assessore del Comune di Castelfranco, Giovanni Gargano ha le deleghe di Sicurezza Urbana, Legalità e Integrazione, Qualità Urbana, Centro Storico, Commercio, Turismo e Promozione del Territorio e Protezione Civile e proprio su alcuni di questi argomenti si concentra la nostra chiacchierata con lui.

Assessore Gargano, parliamo di sicurezza. Il Controllo del Vicinato è un esperimento riuscito che si sta provando a estendere a tutta la provincia…
Noi siamo stati tra i primi due Comuni in Emilia Romagna a sperimentare il progetto del Controllo del Vicinato e abbiamo oltre 400 nuclei famigliari coinvolti. Le varie azioni vengono coordinate dalla Polizia Municipale e ogni 40-45 giorni ci sono degli incontri con i coordinatori dei vari gruppi per verificare se ci sono da fare interventi di adeguamento rispetto al progetto. I risultati che abbiamo ottenuto sono evidenti e, grazie ad essi e a quelli di Carpi, in agosto la Prefettura ha firmato un accordo per l’attuazione di questo progetto anche negli altri 45 Comuni della provincia di Modena.

Sicurezza non significa solo contrastare la criminalità, ma anche prestare attenzione a ciò che succede in rete. Cosa state facendo in tal senso?
Innanzitutto abbiamo cominciato un percorso di informazione rivolto ai ragazzi delle scuole che abbiamo intitolato “Fai la cosa giusta online”, dove si mettono a disposizione dei ragazzi le competenze della Polizia Municipale, che è adeguatamente preparata per questo tipo di argomento. Poi c’è anche una componente legata ai genitori o, in senso lato, a tutto il mondo degli educatori, perchè se uno deve controllare o supervisionare il ragazzo, deve capire almeno di cosa si sta parlando. A loro si cerca di far capire come star vicino ai ragazzi senza forme di controllo da Cerbero, ma accompagnandoli in un percorso di educazione, conoscenza e consapevolezza.

L’individuazione di un vero centro storico è ancora un problema aperto per Castelfranco. Si potrà mai riuscire a risolverlo?
Castelfranco è da sempre una terra di passaggio e la nostra vera piazza è la Via Emilia, Corso Martiri. Abbiamo però anche un sistema di piazze intorno alla Via Emilia che è molto interessante e su cui stiamo facendo dei ragionamenti per cercare di tenerle in collegamento. Sto parlando di Piazza Garibaldi, Piazza Aldo Moro, Piazza Liberazione, Piazza Bergamini e il Giardino dei Campanelli. Piazza Aldo Moro l’abbiamo già riqualificata e ora abbiamo in progetto di riqualificare Piazza Garibaldi, i cui lavori partiranno nel 2018. Inoltre non escludo che, in certi momenti, magari nei weekend o nelle domeniche in modo che sia meno impattante per il commercio, si possa chiudere Corso Martiri e restituire al pedone o ai ciclisti questa lingua d’asfalto.

Con la chiusura della via Emilia non potrebbe però sorgere un problema legato ai parcheggi?
Certo, qualsiasi tipo di intervento fatto sull’idea della chiusura deve prima prevedere dei servizi accessori, uno dei quali potenziare i parcheggi, non a sei km di distanza, ma nelle zone limitrofe al centro storico. In tal senso abbiamo già potenziato di quasi un centinaio di posti la zona della stazione dei treni e successivamente ci sarà un altro stralcio di interventi che porterà altri cento parcheggi sempre in quella zona. Inoltre con l’avvio dei cantieri della Coop a 100 metri dal cento storico, ci saranno 1000 parcheggi a disposizione e questa è una risposta che guarda non a domani ma ad anni a venire.

Parliamo di turismo, come si può valorizzare un territorio come quello di Castelfranco che, in apparenza, non ha molte attrattive?
In realtà a Castelfranco c’è un sistema di bellezze da conoscere straordinario. Penso all’oasi faunistica di Manzolino, che in pochi ricordano, dove però vengono fotografi da tutto il mondo o al Giardino Romantico di Villa Sorra, un unicum del rinascimento e uno dei più importanti del centro-nord. E poi ci sono la filiera agroalimentare e la parte dei motori con la collezione di Righini e la Pagani di San Cesario, eccellenze che ci hanno permesso di entrare nel circuito delle Città dei Motori. Il progetto di punta che prova a raccogliere tutti questi elementi è la creazione del Parco Ciclo Turistico, dove il turista, arrivando anche col treno, può poi percorrere in bicicletta i vari itinerari. Già in primavera partiremo con un’iniziativa ad hoc in collaborazione con Trenitalia per potenziare questo tipo di approccio.

Lei ha raccontato in un libro, “Nicolò Leon, il Generale Bambino”, una vicenda personale drammatica come la morte di un figlio nato prematuro. Come è nato questo libro?
Quando mi sono trovato in questo incubo avevo la necessità di sfogare tutte le mie angosce e le mie paure e la scrittura è stata un modo per abbassare questo livello di dolore. Il libro di fatto nasce sulla mia pagina Facebook, che ho scoperto essere uno strumento dove poter informare tutti gli amici come stavano andando le cose, quando io e mia moglie passavamo 12 ore al giorno dentro neonatologia. Da li mi sono inventato questa favola, dove io mi sono dato il ruolo di capo di stato maggiore, mentre mio figlio è diventato il generale Nicolò Leon e ogni giorno c’era un bollettino di guerra nell’ambasciata del “Non mollare mai”, come ho soprannominato la neonatologia di Modena. L’obiettivo è stato quello di trovare la forza per superare anche le avversità peggiori. In più nel nome di Nicolò Leon è nato un progetto, seguito dall’associazione Buona Nascita di Carpi e in collegamento con neonatologia, di raccolta del latte materno, un vero ‘oro bianco’ per i bambini prematuri. In circa due anni e mezzo sono stati raccolti 120 litri di latte. Considerando che i bambini prematuri ne bevono una tazzina da caffè al giorno, sono tantissimi.

di Giovanni Botti

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