Castelfranco oggi e domani, intervista al sindaco Stefano Reggianini

Sicurezza, scuole, sanità, cultura. Sono questi i temi affrontati con il sindaco di Castelfranco Stefano Reggianini, che ha da poco superato la metà del suo secondo mandato.

Sindaco quali sono le azioni più importanti che avete intrapreso negli ultimi tre anni o avete in programma?
Abbiamo avviato diversi cantieri, alcuni realizzati altri in corso di realizzazione, sia sul tema viabilistico che su quello dei servizi, in particolare le scuole, ma anche nello sport con diverse manutenzioni straordinarie. Entro fine anno riusciremo a finanziare alcuni interventi importantissimi, su tutti quello del nuovo centro diurno per disabili che risponderà alle esigenze del nostro distretto, da San Cesario a Ravarino. Poi realizzeremo, avendo acquistato gli spazi, il nuovo sportello polifunzionale al cittadino, che sarà al piano terra del vecchio comune. Inoltre finanzieremo una importante riqualificazione del centro storico, per un importo di circa 600 mila euro, che contiamo di poter realizzare a partire dalla prossima primavera, in modo da dare a Castelfranco un centro storico nel vero senso della parola.

Quello della difficile identificazione di un centro storico è sempre stato uno dei problemi principali di Castelfranco. Dove pensate di intervenire?
Di sicuro Piazza Garibaldi sarà stabilmente pedonalizzata. E poi c’è il tratto centrale di Corso Martiri. Certo non ci sfugge il fatto che le due vie Circondarie non possono da sole assorbire il traffico dell’ordinarietà, specialmente quando ci sono le scuole aperte, così come siamo consci che una sua pedonalizzazione in pianta stabile, sette giorni su sette, creerebbe un problema quantomeno da verificare per quanto riguarda l’offerta commerciale del centro storico. Quindi partiremo con la sperimentazione anche per la sola domenica, poi vedremo quali risultati porterà.

A che punto sono i lavori nelle scuole danneggiate dal sisma?
Siamo ad un ottimo punto. A settembre 2016 abbiamo restituito di fatto le vecchie Tassoni alla frazione di Piumazzo, che ora ha scuole elementari e medie assolutamente all’avanguardia dal punto di vista della risposta energetica e soprattutto sismica. Stiamo lavorando alla progettazione preliminare per la vecchia scuola di Manzolino, dotata di un edificio scolastico temporaneo, e abbiamo in itinere un processo urbanistico che ci dovrebbe consentire di realizzare un nuovo edificio scolastico nella frazione di Cavazzona. E ancora stiamo completando l’ampliamento delle Guinizelli che ci consentirà di avere dieci nuove aule da settembre 2017, e dovremo consegnare, attraverso la Provincia di Modena, le vecchie scuole verdi allo Spallanzani di cui sono la sede storica, per dare risposta al suo bisogno ormai cronico di spazi.

Uno dei temi più sentiti resta quello della sicurezza. Cosa può fare in tal senso l’amministrazione comunale?
Noi abbiamo aumentato l’organico della Polizia Municipale, ma ci stiamo muovendo anche in altre direzioni: l’implementazione del progetto del Controllo di Vicinato, che ci sta dando diverse soddisfazioni, e la sicurezza integrata che promuoviamo sul territorio attraverso la collaborazione tra le forze dell’ordine presenti e il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico. E’ innegabile però che ci sarebbe bisogno di avere ulteriori forze a presidio delle nostre comunità.

Parliamo di sanità e di Casa della Salute. Pensa che sarà sufficiente per una comunità come Castelfranco?
Per quanto riguarda gli “acuti”, cioè i casi in cui si è in pericolo di vita, oggi gli ospedali vivono di altissime specializzazioni e nel raggio di pochi km da Castelfranco possiamo dire di avere la migliore sanità dell’Emilia Romagna e forse d’Italia. Su quello che non è acuto abbiamo bisogno di immaginare dei percorsi e dei processi di presa in carico che ci consentano di avere risposte sul territorio per i casi che comportano media e bassa intensità di cura e che spesso sono legati alla cronicità e alla difficoltà di spostamento da parte dei pazienti. Per questo oggi il servizio sociale territoriale sta dentro alla Casa della Salute, perché per noi è la punta più avanzata di assistenza. Quindi la presa in carico non riguarda solo il cittadino-paziente ma anche i problemi legati alla sua fragilità famigliare piuttosto che relazionale. Inoltre la risposta alla chirurgia programmata sarà sempre di più legata alla chirurgia ambulatoriale e di day surgery. Noi qui abbiamo una piattaforma di chirurgia ambulatoriale molto avanzata, che di fatto potrà essere utilizzata dalle equipe dell’Usl e del Policlinico per tantissime patologie.

State investendo molto sulla cultura. Con quali obiettivi?
Ci siamo resi conto che la cultura non poteva essere ridotta semplicemente a un tema museale, su cui abbiamo sempre puntato molto, ma bisognava dare uno slancio diverso. L’investimento più importante l’abbiamo fatto riguardo al tema della musica, visto anche che, da questo punto di vista, Castelfranco ha una sua storia. La musica è uno strumento straordinario per promuovere l’inclusione, per far vivere insieme la nostra comunità, farla crescere assieme a farla tornare ad essere coesa. La stessa Regione Emilia Romagna, ed è notizia recente, ha deciso di sostenere il nostro progetto ‘Castelfranco Emilia una città per suonare’.

Quando sveste i panni del sindaco cosa le piace fare?
Di passioni ne ho tante, ma di tempo libero pochissimo. Cerco di passarlo con la mia famiglia, con mia moglie e mio figlio, e con quel po’ di amici che ho potuto mantenere e che quando si rivolgono a me non mi vedono come sindaco, ma semplicemente come un amico del gruppo.

di Giovanni Botti

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