Cinema: “La La Land” di Damien Chazelle

Proiezione all’Astra, al Raffaello e al Victoria.

E bravo Damien Chazelle, che a soli 31 anni (e dopo 3 Oscar vinti per la sua opera seconda “Whiplash”) si è portato a casa con questa incantevole pellicola 7 Golden Globe su 7 ed è candidato – magari un po’ eccessivamente – a 14 premi Oscar (stesso numero di candidature ricevute in tutta la storia del cinema americano soltanto da “Eva contro Eva” di Joseph L. Mankiewicz nel 1951 e da “Titanic” di James Cameron nel 1998). E chissà se anche in Italia (terra che non ha mai amato particolarmente il genere) questo musical (perché tale è, nonostante la bravura del regista che non ripropone solo un’operazione di nostalgia, ma crea qualcosa d’altro) avrà lo stesso successo che sta avendo in patria. Chazelle conosce benissimo il cinema classico, lo ama dal profondo (e si vede, nelle citazioni ai classici del Musical e nel portare al cinema i due protagonisti a vedere “Gioventù bruciata”). Le scene di ballo e di canto si inseriscono perfettamente nell’andamento della trama, ma la vera chiave del film sta nel meraviglioso finale: lo scambio di sguardi tra Mia e Seb non si dimentica facilmente. La vita sognata può essere un musical, quella vera no.

di Gianluigi Lanza

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