Bimbi e animali? Si può. Buone prassi e consigli per convivere bene

Quali sono le problematiche più ricorrenti nella convivenza tra animali e bambini? E’ una buona idea prendere un cucciolo quando arriva un neonato? A rispondere è Mirko Zuccari, educatore cinofilo della Fondazione Cave Canem, che collabora con il Canile Intercomunale di Modena ed è stato relatore in una recente iniziativa promossa dall’Ufficio Diritti Animali su questo stesso argomento.

Mirko, bambini e animali possono vivere bene insieme?
L’evoluzione del bambino nei primi due anni di vita è molto veloce, prima dorme e piange e poi gattona, parla e tocca tutto. Prima si tratta di inserire il bimbo in modo corretto quando è già presente il cane, poi, quando comincia a gattonare c’è una variazione importante. Il cane si trova non solo il suo ambiente stravolto, ma anche il bambino che arriva ovunque, alla cuccia o alla ciotola, e vuole giocare. Molti cani cominciano a manifestare i primi ringhietti e diffidenze o reagiscono con uno scatto, anche solo per allontanarsi, e può capitare che il bimbo cada e i genitori si spaventino.

Difficile far capire che l’animale non è un giocattolo? Come si fa?
Quando il bimbo gattona, le modalità corrette per interagire sono praticamente assenti in lui. Il bimbo va tutelato e i due non vanno mai lasciati soli. E’ impensabile che a quell’età possa assimilare il modo corretto di farlo. Se lo fa, lo fa in modo istintivo. La capacità istintiva, che molti bambini hanno, li mette subito nelle condizioni di essere accettati qualunque cosa accada, li vedi sdraiarsi addosso al cane e dormire insieme, ma la tutela deve essere sempre alta. Non devono stare soli e il bambino va gestito in modo che non arrechi fastidio all’animale. Poi gli spiegheremo come avvicinarsi, ma all’inizio va semplicemente limitato.

Quando sono più grandi gli insegni come avvicinarsi e come accarezzarlo?
Sì, parti proprio da lì. Molto delicata in particolare è, ad esempio, la situazione notturna con il cane che dorme ai piedi del letto del bimbo e questo, senza volere, scendendo lo calpesta. In questa fase i genitori devono usare molte attenzioni e, in generale, il bambino deve capire la delicatezza da usare con il cane, il quale userà la stessa delicatezza nei suoi confronti. Se il bambino non è troppo fisico, è delicato nell’approccio e si comporta in modo equilibrato, anche il cane risponderà alla stessa maniera.

Capita che un animale diventi geloso quando in famiglia arriva un bambino?
E’ piuttosto una questione di possesso. Molti cani, già in fase di gestazione, si attaccano alla madre in modo quasi morboso e tendono a difenderla: è una dinamica di branco che ripropongono in casa. Quando arriva il neonato, manifestano lo stesso tipo di possesso, il bambino è ‘una cosa’ da tutelare sempre e comunque. Lo stesso genitore, se si avvicina troppo velocemente o in modo troppo forte, il cane tende a limitarlo, magari ringhiando. Non è aggressività ma una dinamica di branco perché il cane, nel ruolo di balia, protegge il bimbo. Va ovviamente corretta, ma dal punto di vista dell’animale è normale.

Alcuni rinunciano al cane in seguito alla nascita di un bimbo?
Capita spesso, ad esempio quando si adotta un bambino… Il cane non lo vede come elemento del branco, non l’ha vissuto, non lo conosce, non sa cos’è e se lo ritrova in casa senza nessun precedente. E’ una situazione molto complessa su cui occorre lavorare in modo diverso.

Ci sono cani più adatti ai bambini?
Non proprio. Ci sono caratteristiche di razza che impongono una gestione diversa sul primo approccio e consuetudini della giornata. Prendiamo la razza che spaventa di più, il pitbull… Può andar bene, il problema è la sua eccitabilità che lo porta a usare la bocca e a creare più danni di quanti vorrebbe. Se un bambino gli stringe la pancia o un orecchio, il pitbull va in eccitazione e reagisce usando la bocca.

Quali sono le razze più mansuete?
Ci sono razze predisposte come Labrador e Golden Retriever che, per docilità, hanno capacità di relazionarsi. Se il bambino è piccolo, però, la cosa migliore è che non sia cucciolo anche il cane. Si prende cucciolo per farli crescere insieme ma il cane, fino a 3 anni, cresce con la stessa velocità del bimbo, con continue variazioni, e noi ci troviamo in situazioni squilibrate e difficili da gestire.

Con i gatti ci sono regole diverse?
Cambia tutto. Il gatto è indipendente, cerca i suoi spazi e la tranquillità. La cosa migliore è creare uno spazio per il gatto dove il bambino non può arrivare. Se il gatto si sente tampinato dal bambino, per un po’ lo evita ma a un certo punto non lo evita più e reagisce!

 

di Patrizia Palladino

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