Braghéro (in dialetto braghér, femm. braghéra): ficcanaso, petulante pettegolo spesso di malcelata tendenza nuffiesca. Il b. spia dalla finestra gli andazzi rionali, origlia in coda dal mazlèr, semina zizzania, ordisce teorie del complotto, ipotizza ‘manini’ figadinici per attrarre l’attenzione su di se’ attraverso le bassezze, da lui stesso ‘condite’, dei suoi simili. Se la braghéra di sesso femminile trova giustificazione nella natura stessa dell’essere femmina e quindi ciarliera – generalizzazione corroborata da stereotipi letterari o cinematografici – il b. non ha giustificazione alcuna per il suo linguacciutismo se non quella di fare il ‘gàggio’ a danno delle sue vittime.
Il b. sguazza felice nel brodo di città di dimensioni come la nostra, ove tutti sono più o meno imparentati (e i risultati genetici si vedono). Tipico è il b. pensionato, di solito di stanza sotto le arcate del Portico del Collegio dove si unisce a capannelli di altri braghéri per commentare con maliziosa viltà vita, morte e miracoli di chi transita. ‘Vèmo la muièra ed Gibertèin! Quant còren c’la fàt a so marì prèma che a lò agh gnèsa un brut mèl…’. Guèrdamò là: a gh’ è la fiòla ed Garòtt. L’è sèimper mèza desvistìda… I m’an dètt che con zèint euro l’as fa dèr davanti e dedrè, come l’a fèva so mèdra dal rèst…’ ‘L’eter dè a ièra in banca e a un bel mumèint l’è arivè Stupazòun, qual c’al g’à al negòzi in Canalèin. L’è in ‘na bulèta sparèda…’ eccetera.
Di perniciosa virulenza è il b. che svolge attività di parrucchiere (conditio sine qua non, direbbero i latinisti) la cui capacità d’urto è particolarmente veemente. Infatti il coiffeur funge da volano per le maldicenze più gratuite grazie alla dinamica del suo lavoro. Mentre pettina una cliente raccoglie dati braghéri, che poi scarica sulla successiva accatastandone altri che verranno buoni con la seguente e poi ancora con la seguente, in un vortice di pettegolezzi meschini che ogni rezdòra metterà in circolo nell’organismo sociale non appena uscita dal salone. Con la messa in piega ancora fresca.
di Stefano Piccagliani
