Ciacarare Modenese. Quando un credito ci fa soffrire: al ciòld

Ciòld: chiodo, ovvero credito non riscosso di considerevole antichità. La derivazione è chiaramente evangelica e fa riferimento ai chiodi della Crocifissione che seguì la Via Crucis, percorso di sofferenza nel quale il creditore si identifica in una personale allucinazione del Golgota, rappresentato dal mancato incasso. Ogni tentativo fallito di riscossione corrisponde ad una delle fermate della Passione del Nazareno. I chiodi, ovvero i crediti non riscossi come dicevamo, vengono immaginati conficcati nelle carni a produrre indefessa sofferenza e inarrestabile sanguinolento stigmatico fino al giorno in cui, si spera ma spesso invano, verranno finalmente tolti attraverso bonifico bancario o brevi-manu.

Da un punto di vista simbolico, il chiodo piantato dal creditore insolvente rappresenta l’ancoraggio sofferto ad una persistente condizione di martirio, ove ogni tentativo di scuotersi altro non provoca che ulteriore tortura. ‘I m’han inciuldè tersèint euro’ rende bene l’idea dell’impossibilità a cogliere le banconote e a infilarsele nella saccoccia con sacrosanta soddisfazione: ciò non è possibile, in quanto esse sono ‘inchiodate’, bloccate, e il fastidio inenarrabile che questa condizione miserrima è in grado di provocare fa correre la mente alla nefasta presenza di uno di quei chiodini in uso nella manifattura calzaturiera i quali, quando escono dalla tomaia e si palesano nella carne viva del piede, ad ogni passo sono in grado di procurare intense fitte di dolore. Inutile dire che la vittima del cicld, immagina continuamente il proprio creditore immerso in belle vite di dissoluta voluttà, attorniato da belle donne su esclusivi panfili bianchi o immerso in piscine turchesi mentre assapora Martini cocktail. Egli ride, in un moto di sfregio, al pensiero del povero creditore in inutile attesa della saldatura del conto dolorosamente aperto. Ironia della sorte: tutti augurano lunga vita al debitore, affinché paghi il debito, mentre del creditore sono molti coloro che si augurano la morte.

di Stefano Piccagliani

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