Dischi: “Crack Up”, il ritorno dei Fleet Foxes, alfieri del nuovo folk-rock

Fleet Foxes – “Crack Up”

Il 2017 è decisamente un anno favorevole per gli amanti dei Fleet Foxes e del loro folk-rock caratterizzato da raffinate armonie vocali. Prima lo splendido “Pure Comedy”, album solista dell’ex batterista Josh Tillman, meglio noto come Father John Misty, poi, finalmente, il nuovo disco della band che arriva a ben sei anni dall’ottimo “Helplessness Blues”, che aveva ottenuto una nomination ai Grammy Award del 2011 come miglior album folk. Rispetto al suo predecessore, questo “Crack-Up” (il titolo viene da un saggio di Francis Scott Fitzgerald) è più complesso, con una ricerca sonora che, pur partendo dai soliti punti di riferimento, il folk-rock, la west coast psichedelica dei primi ‘70, le strutture senza schemi del Van Morrison di “Astral Weeks”, si arricchisce di sfumature classicheggianti e spunti di musica etnica. Diversi i brani lunghi, costruiti attorno a una sorta di medley, su tutti la splendida “Third of May/Odaigahara” che parte come un brano dei Beach Boys e si evolve in una lunga ballata aperta e sorprendente che viene voglia di riascoltare appena conclusa. Molto belle anche la psichedelica “Naidas, Cassadies”, la scura e pianistica “Kept Woman”, con riferimenti al David Crosby di “Deja Vu”, e la conclusiva title track con il finale in crescendo. Un album tutto da scoprire.

di Giovanni Botti

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