Dischi da riscoprire: “Dalla”, l’ultimo capitolo di una grande trilogia

Lucio Dalla – “Dalla” (Legacy Edition)

La scorsa settimana è arrivata nei negozi di dischi la ristampa rimasterizzata e in edizione deluxe di “Dalla”, l’album che Lucio Dalla pubblicò 40 anni fa e che rappresenta la chiusura di una trilogia straordinaria, iniziata con “Come è profondo il mare” del 1977 e proseguita con l’omonimo “Lucio Dalla” del 1979. Questa nuova ‘Legacy Edition’ è arricchita da un libretto con interviste redatto da John Vignola e con le fotografie esclusive della fotografa Camilla Ferrari, scattate a Bologna e ispirate al disco. Gli Stadio e Ron sono ancora la base della band che crea il tappeto sonoro di un album che, rispetto al fortunatissimo predecessore, fa un ulteriore passo verso un pop rock raffinato e di grande classe e il cantautore bolognese conferma di essere in un notevole periodo di ispirazione nelle otto canzoni tutte di qualità.

“Dalla” raggiunse il 1° posto nella classifica di vendite, pur essendo, per la verità, leggermente inferiore al capolavoro del 1979. Tra i brani nella track-list ci sono dei veri e proprio classici. Innanzitutto “Futura”, una ballata meravigliosa che racconta di un amore cresciuto all’ombra del muro di Berlino tra due giovani dell’est e dell’ovest che progettano di avere una figlia che si chiamerà Futura. Bellissimo il finale strumentale arricchito dalla chitarra elettrica di Ricky Portera e dal sax dello stesso Dalla. E poi “La Sera dei Miracoli”, con un ritornello di straordinaria intensità, che descrive l’atmosfera di festa delle primissime notti estive della Roma degli anni ‘80. “Balla Balla Ballerino” è un brano ritmato e divertente, mentre “Il parco della luna”, pare liberamente ispirata alla figura del bluesman Sonny Boy Williamson, ha una ritmica cadenzata ed è conclusa da un bellissimo assolo di sax.

E ancora “Meri Luis”, una sorta di rappresentazione della ripetitività della vita quotidiana il cui intro stumentale, a detta dello stesso cantautore, fu influenzato da “Milestone”, uno dei grandi album di Miles Davis, e la più delicata “Cara”, aperta da una chitarra arpeggiata. Oltre alla chiusura di una fantastica trilogia di dischi, “Dalla” ha rappresentato anche l’ultimo episodio davvero significativo della carriera artistica di Lucio Dalla, con una coda semmai nelle quattro canzoni del Q Disc dell’anno successivo. La fine di un periodo di ispirazione e di creatività mai più ritrovato.

(di Giovanni Botti)

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