Grandi dischi da riscoprire: Van Morrison, “Veedon Fleece”

Van Morrison – “Veedon Fleece” (1974)

Nella sconfinata produzione artistica di Van Morrison, “Veedon Fleece” è stato a lungo considerato l’album più controverso, stroncato dalla critica al momento della sua uscita, ma cresciuto negli anni fino a diventare il vero seguito del capolavoro “Astral Weeks”. Per la verità, pur avendo venduto molto poco, almeno all’inizio, il disco è sempre stato amato dai fan dell’irlandese, per la sua introspettività e forza poetica, che ritrova, almeno in parte, quel “flusso di coscienza” che avevo reso immortale “Astral Weeks”.

Scritto e registrato durante o subito dopo una vacanza in Irlanda effettuata nell’autunno del 1973, il primo ritorno di Morrison nella sua terra dopo diversi anni, “Veedon Fleece” è decisamente influenzato dagli umori della “verde isola”, così come dal divorzio dalla moglie Janet Planet, ufficializzato ad inizio dello stesso anno. Le dieci canzoni del disco sono caratterizzate da sonorità acustiche e scarne guidate, a differenza delle “Settimane Astrali”, da una importante utilizzo del pianoforte (James Trumbo e lo stesso Jeff Labes, già protagonista in “Moondance” del 1970). Il momento chiave dell’album è la lunga ballata “You Don’t Pull No Punches, but You Don’t Push the River”, quasi nove minuti, che contiene anche il titolo stesso del disco. Una sorta di mantra tipicamente morrisoniano, cantato con una forza espressiva con pochi eguali.

Ma non sono da meno anche la splendida “Streets of Arklow”, che fonde il cantato soul di “Van The Man” con ricami di flauto tipici dell’Irish Folk, l’iniziale “Fair Play”, tra folk e jazz, la meravigliosa soul ballad “Cul de Sac”, con un crescendo finale di grandissima intensità, e la deliziosa “Who Was That Masked Man”, in cui Morrison offre l’ennesima prova delle sue qualità di cantante, utilizzando il falsetto. L’album si chiude con tre delicate canzoni d’amore: “Comfort you”, “Come Here My Love” e “Country Fair”, quest’ultima dalle sonorità tipicamente celtiche. Un autentico gioiello da riscoprire.

(GB)

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