La naturalezza del respirare: l’intervista a Gabriele Molteni, chirurgo specialista in otorinolaringoiatria

Respirare è un gesto naturale. Un’azione che eseguiamo quasi senza rendercene conto e che parte dal naso, un organo che si fa carico di diverse funzioni. Tra queste riscaldare, umidificare e purificare l’aria che arriva ai polmoni, senza dimenticarci ovviamente dell’olfatto. Ma quando questo comportamento così semplice diventa difficile a causa di alcune patologie, anche le azioni più elementari possono diventare molto faticose, finendo col peggiorare la salute dell’individuo, in ogni suo aspetto. “Ovviamente un po’ di catarro nel periodo invernale non spaventa nessuno – ci spiega Gabriele Molten, chirurgo specialista in otorinolaringoiatria – ma se i disturbi dovessero superare le tre o quattro settimane, è il caso di rivolgersi a uno specialista”.

Dottor Molteni, qual è la sua formazione?
Io sono un medico chirurgo specialista in otorinolaringoiatria, una branca che si occupa delle problematiche legate al naso, alla gola e alle orecchie. Questa branca è molto ampia, occupandosi anche di tutte le problematiche del collo e quindi anche della voce, delle patologie tumorali del collo e della laringe, del naso e del cavo orale. Al momento lavoro presso l’ospedale universitario di Verona, dove svolgo la mia attività ospedaliera, e faccio ambulatorio presso Medica Plus a Modena. Per quanto riguarda la mia formazione ho studiato medicina e mi sono specializzato alla facoltà di Modena. Ho inoltre svolto periodi di formazione all’estero a New York e in Canada, mentre in Italia anche presso l’istituto tumori Regina Elena di Roma.

Quali sono le patologie più diffuse nel suo campo?
Uno dei disturbi più diffusi in questo ambito è la difficoltà a respirare col naso. I motivi possono essere diversi. Dalla classica deviazione settale, alla ipertrofia dei turbinati. Naturalmente può essere un problema allergico (infiammazione della mucosa nasale) legato a un’allergia (rinite allergica) che può portare anche allo sviluppo dei famosi polipi nasali, che non sono altro che delle formazioni benigne infiammatorie che vanno a chiudere lo spazio all’interno del naso.

Come capire quando la problematica è seria?
Il primo passo è eseguire una visita da uno specialista, che grazie all’utilizzo di particolari strumenti, ci permette di valutare caso per caso. Possiamo infatti osservare sia la parte anteriore del naso, e quindi vedere se è presente una deviazione del setto nasale piuttosto che un’ipertrofia dei turbinati, che il naso nella sua porzione più interna fino alla parte posteriore, e valutare appunto se ci sono polipi, se c’è una coda dei turbinati che è ipertrofica o se ci sono altre formazioni. Se questi esami evidenziano quindi delle formazioni anomale si possono integrare con esami radiologici, che ci mostrano nello specifico anche l’interno dei seni paranasali.

Quali sono i trattamenti consigliati?
La terapia varia in base al problema. Si va dal trattamento medico con spray nasali, a base di sostanze antinfiammatorie come i cortisonici per risolvere allergie, o riniti non allergiche, a trattamenti medici per bocca. Fino a interventi chirurgici, che possono essere di correzioni di una deviazione settale, oppure di riduzione dei turbinati, o interventi ancora più complicati con fibre ottiche all’interno del naso per sinusiti o poliposi avanzate.

Quanto conta la tecnologia nella vostra branca della medicina?
Nel mio ambito molto. Infatti, nell’ottica di una chirurgia meno invasiva che permette di operare senza lasciare segni visibili, si utilizzano le fibre ottiche. Queste vengono collegate a dei monitor ad altissima definizione, in maniera tale da poter lavorare dall’interno, osservando tutto il campo operatorio grazie a questi supporti. Inoltre, un tipo di tecnologia che abbiamo a disposizione presso l’ospedale di Verona, ci permette di operare osservando immagini in 3D. Quindi guardando un particolare schermo con degli appositi occhiali possiamo muoverci in sicurezza, avendo anche a disposizione il senso della profondità dato da questa attrezzatura di ultima generazione.

 

di Francesco Palumbo

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