La nostalgia canaglia di Picca: le enciclopedie per ragazzi

A grande richiesta, in occasione della sosta estiva, ripubblichiamo alcune puntate della mitica rubrica di Picca “Nostalgia Canaglia”, partendo proprio dalla prima puntata, uscita sul numero di Vivo del 20 giugno 2012, in pieno periodo del terremoto. Buona lettura e buon divertimento.

Le enciclopedie per ragazzi

“Per distrarci un po’ in questa scombinata estate tellurica voglio proporre un viaggio a tappe nella memoria di tutti coloro che sono stati bimbi negli anni ‘60 e ‘70, e che magari lo sono ancora, invitando a partecipare quelli che soffrono di forme gravi di nostalgia canaglia. Oggetti, giochi, cibi, boiate, bagài e zavài che hanno segnato un’epoca e davanti al ricordo dei quali si accende nel nostro animo un rimpianto boia e bellissimo. Cominciamo con le ‘enciclopedie per ragazzi’, straordinari ricettori di polvere e acari che hanno fatto bella vista di sé nelle nostre spoglie librerie di allora, prima di venir spazzate via da romanzi di Camilleri, gialli scandinavi, horror di vampiri gay e Meridiani di Fabio Volo. All’arrivo della pubertà uno o più scaffali nella cameretta del giovincello venivano riempiti dagli austeri seppur variopinti volumi dai nomi programmatici: Conoscere, Capire, i Mille Perché, Meraviglie del Sapere (sul quale preparai uno scalcinato orale di Maturità).

Altro che Wikipedia: tra le pagine di suddetti depositi di conoscenza si passava agilmente dai Promessi Sposi a puntate al Sistema Solare, dalla struttura anatomica della salamandra alla breccia di Porta Pia. Per sbolognare i volumi alle famiglie, i pushers delle case editrici avevano escogitato sistemi ingegnosi e turpi, ad esempio invitando i bambini a innocue e gratuite proiezioni di film in sale di terza visione parrocchiale con esche tipo Franco e Ciccio e il Pirata Barbanera, Il Maggiolino Tutto Matto o Maciste Contro Godzilla, per poi vessare i genitori durante l’intervallo affinchè staccassero l’assegnino e si ciucciassero l’enciclopedia. Da essa era possibile distillare una cultura a macchia di leopardo, vagamente disordinata ma piena di utile anedottica, adatta per fare i vasco in cortile sciorinando affluenti dell’Orinoco o stupire le damigelle in gita scolastica inanellando liste di re Ostrogoti da Teodorico in su. I volumi potevano altrimenti rivelarsi funzionali per nasconderci i pornazzi”.

di Stefano Piccagliani

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