Modena Ieri & Oggi: la nostra città e il cinema

Piano piano il cinema, quel magico rituale collettivo di vedere un film sul grande schermo, riprende vita a Modena, dopo i drammatici mesi del lockdown. Le multisale come il Victoria e il Raffaello hanno riaperto i battenti, e presto arriverà anche il turno dell’Astra e della Sala Truffaut. Certo il Coronavirus non è sconfitto e gli spettatori sono chiamati a prestare la massima attenzione alle misure di distanziamento, a indossare la mascherina e a tener pulite le mani. E dire che ai modenesi piace molto il cinema: negli anni ’70 e ’80 erano i più assidui frequentatori di sale in Italia, in proporzione s’intende, secondo i rilevamenti ufficiali dei biglietti venduti. Com’è noto, il cinema cominciò con i Fratelli Lumière, negli ultimi anni dell’Ottocento. Poi si diffuse con una rapidità impressionante in tutta Europa. A Modena il cinema approdò, sia pure in forma del tutto sperimentale, la sera del 3 ottobre del 1896, al Teatro Storchi. A seguire lo spettacolo teatrale “L’histoire de un Pierrot” venne proposta per la prima volta al pubblico modenese, accorso in massa nonostante i prezzi certamente elevati (0,50 lire per la poltrona in platea, 0,25 per il loggione), la proiezione di una serie di brevi filmati, definiti all’epoca “foto animate”. E il pubblico ne fu entusiasta, tanto da richiedere numerosi bis.

Seguirono altre occasioni: sempre allo Storchi, il 17 luglio 1899, venne proiettato la “Corida de toros”, con dieci quadri raffiguranti le fasi della corsa dei tori che ancora oggi (Covid a parte) si tiene a Pamplona, nel nord della Spagna. Poi, con l’ingresso nel ‘secolo breve’, gli spettacoli cinematografici diventano consuetudine, spesso in abbinamento al varietà che allo Storchi trovava casa. Il 14 gennaio 1906 fu inaugurato il primo locale dedicato appositamente al cinema. In realtà era solo un padiglione che si trovava nel piazzale fuori Barriera Garibaldi (che verrà demolita nel 1924). Le proiezioni si susseguivano dalle 15 alle 21, tutti i giorni. Quel primo cinema modenese ebbe vita breve: il proprietario – un tal signor Debri – trasferì l’impianto nei locali del circolo For Ever, prendendo il nome di Cinematografo Edison. Gìa, il mitico Edison che si trovava lungo via Emilia, all’interno di Palazzo Bellentani (ma anche Solmi, Rangoni, terzi, a seconda dei proprietari del periodo).

Un edificio con una storia prestigiosa per le rappresentazioni perché già a metà Settecento un certo Carlo Goldoni vi si era esibito nel “Molière” così come alla fine dell’800, anche Virginia Reiter ai primi passi sul palcoscenico. Passarono oltre 30 anni, e il 17 febbraio 1938 la sala prese il nome di Cinema Vittoria per una nuova inaugurazione, forte di una corposa ristrutturazione. Nel 1952 quella sala, completamente rinnovata, venne chiamata col nome di “Ambra” per chiudere definitivamente i battenti nel 1975. Altro cinema degli albori a Modena: il Savoia, inaugurato nel 1908 nei pressi del vecchio Hotel Real Fini, che intorno al 1915 venne trasformato in cinema all’aperto: l’Iris-Giardino. Un anno dopo apre il Bios, in via Università per trasformarsi con il fascismo in circolo ritrovo Guf, con tanto di biliardi. Poi vennero l’Excelsior (che cambierà il nome prima in Mignon poi in Capitol), il teatro Paradisino (poi cinema Cavour, lì, dov’è ancora adesso, chiuso purtroppo) e il Vittorio Emanuele (nella foto, poi Centrale, poi Metropol).

di Francesco Rossetti

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