Musica: la recensione di “Signs”, nuovo album della Tedeschi Trucks Band

Tedeschi Trucks Band, “Signs”

La Tedeschi Trucks Band è ormai una delle band di riferimento dell’ultima generazione del cosiddetto southern-rock. La direttrice è quella del soul-blues tendente alla jam che deriva dagli Allman Brothers, di cui Derek Trucks è stato uno dei chitarristi per tutti gli anni Duemila, ma i riferimenti sono anche al duo di coniugi anni ‘70 Delaney & Bonnie, autori di alcuni album di culto che hanno visto la partecipazione di grandi nomi del genere, da Eric Clapton a Duane Allman. Giunta al quarto album in studio (due invece sono i live, entrambi piuttosto interessanti), la band di Derek Trucks e della moglie Susan Tedeschi fa un ulteriore passo verso il soul e la forma della ballata, limitando un po’ quella tendenza a ‘jammare” invece immancabile nelle esibizioni live. La grande protagonista di “Signs” è la voce di Susan, piuttosto che la chitarra di Derek, comunque intensa e di grande impatto quando viene chiamata in causa (ad esempio nella parte finale del soul-gospel “I’m Gonna be There”). Una voce sempre più matura e carica di pathos, come dimostrano la ballata “When Will I Begin”, guidata ancora dalla slide di Derek, il potente rock-blues “Shame” e il delizioso acquerello acustico conclusivo “The Ending”. “Signs” è un album intrigante, che cresce ascolto dopo ascolto.

di Giovanni Botti

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