Nostalgia Canaglia: anni 70, l’era del soprammobilismo

Improvvisamente a metà anni ’70 una nuova totalizzante mania colpì le marughe più psicolabili: il nome della patologia era Soprammobilismo. Al giorno d’oggi i nostri tavoli sono imbanditi di fantastiche facezie elettroniche e digitali, tablets, palmari, portatili e cornici con le foto che rullano una dopo l’altra sfumando ad altissima definizione, ma un trentacinque anni or sono scaffalature e comò dei salotti videro l’invasione di boiate di enorme fascino che servivano a intrattenere l’ospite o trastullare l’annoiata massaia.

Dame cinesi, lampade di lava con effetto bolle, pupazzi pelosi di cavernicoli tatticamente piazzati sulle librerie tra Conoscere e i bestsellers di Luca Goldoni o Nantas Salvataggio, l’uccellino-picchio a moto perpetuo che beccava il bicchiere d’acqua senza posa, quella specie di acquario con dentro un magma colorato che simulava un’ ipnotica marea che correva da destra a sinistra, quel gioco babista con la fila di palline argentate con le due sfere all’estremità che cioccavano in eterno prima l’una poi l’altra, prima l’una poi l’altra, prima l’una… Insomma: tutta una proliferazione di vaccate da salotto, status symbols pulciosi da professionista in bolletta, gingilli per il sollazzo dell’umano medio in fuga dal tedio da benessere piccolo borghese, per i quali su internet si scatena un nostalgico interesse di collezionisti ancora illamati dal fascino bamboccio di questi innocui trastulli.

Ne ricordo uno con una maliziosa punta di malinconico rimpianto: il misuratore di innamoramento, ovvero una specie di ampolla di vetro leggero pieno di bozzi e curvature contenente un alcolico liquido colorato. Il giochino babbeo e pruriginoso consisteva più o meno nel verificare il grado di passione amorosa di una ragazza chiedendole di tenere la base dell’ampolla ben stretta nel palmo della mano. A seconda del calore sprigionato il liquido prendeva a salire e dal livello raggiunto si stabiliva il quoziente di bramosia. Lo ricordo piatto, immobile, come un Mar Morto.

di Stefano Piccagliani
(Pubblicato sul Vivo del 16 gennaio 2013)

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