Nostalgia Canaglia: le bobine del nonno, quando si registravano Canzonissima o Sanremo

Millenni prima dell’invenzione del videoregistratore, in casa dei miei nonni si celebrava un rito ineluttabile che ogni anno si rinnovava: mio nonno registrava il Festival di Sanremo. Anche Canzonissima a dire il vero, Senza Rete, Un Disco Per l’Estate e così via. Li registrava con un allora nuovo e solidissimo registratore Grundig: posizionava sul tavolo il microfonino col treppiedino e catturava su bobina Agfa il suono che usciva dal Telefunken. Alla fine dell’operazione scriveva il titolo della bazza sulla cassetta con un corsivo meraviglioso pieno di svolazzi e leziosità da calligrafo. Il problema, o meglio, l’incubo di tutto ciò era che in casa io e mia nonna eravamo costretti ad un silenzio sepolcrale, altrimenti le nostre voci avrebbero deturpato la preziosa registrazione (che peraltro in seguito non veniva mai dico mai ascoltata: la goduria era nel registrare e basta). Ve ne rendete conto? Guardi Mike che presenta Sanremo o Bramieri con Lola Falana che presenta Mino Reitano e tu non puoi commentare…? In salotto si respirava un clima di terrore puro che culminava quando la nonna, bisbigliandomi sottovoce nell’orecchio, magari chiedeva ‘Tato, vuoi una Pepsi Cola?’ e mio nonno scattava col vocione in sclero: ‘Dài pòr! Ciacarè in zèma ala canzòun axsè dàp ans capés gninta!’.

Le cassette le ho ancora tutte e ogni tanto, tra un Nazzaro e una Carmen Villani si sente la nonna che sussurra e il nonno che s’incazza come una bestia. Tra l’altro, il nonno registrava tutta la puntata, mica faceva lavoro di editing per togliere tempi morti o tediose presentazioni: metteva la cassetta in rec e la girava quando finiva la side 1. L’apice fu raggiunto in una edizione di Canzonissima in cui era ospite il grande Jacques Tati, mostro sacro del cinema francese che si produsse in un gustoso numero da mimo. Un mimo, sottolineo. Mio nonno registrò su nastro audio l’esibizione di un mimo. Follia pura. Si sentivano solo le risate e gli applausi. Ma il piccolo sottoscritto e la nonna: zitti, perlamordiddio…

di Stefano Piccagliani
(Pubblicato sul Vivo del 24 ottobre 2012)

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