“Piacere Modena, con fiducia”, intervista al nuovo presidente Corsini

Non dev’essere stato facile per Enrico Corsini (foto) assumere la presidenza di un progetto tutto votato al marketing territoriale come Piacere Modena, in un contesto internazionale così segnato dalla pandemia e dalla crisi economica globale ad essa collegata. Ma Corsini conosce bene l’ambiente, essendo dentro al progetto fin dall’inizio, come vice del presidente uscente Pierluigi Sciolette. “E’ stato proprio il presidente Sciolette a voler chiudere la sua avventura a Piacere Modena a condizione che io accettassi questa carica. Cosa che ho fatto volentieri, per spirito di servizio. Ovviamente tutti speriamo che questo periodo di difficoltà possa venir superato. Avevamo già in cantiere una serie di iniziative, sia in Italia che all’estero, che al momento sono sospese, per non dire cancellate. E’ verosimile che almeno per tutto il 2020 faremo un po’ fatica, ma le idee per rilanciare nel 2021, in un contesto più favorevole, non mancano certo”.

Quali iniziative sono saltate?
Per esempio, a febbraio scorso, abbiamo realizzato un evento presso l’ambasciata italiana a Stoccolma: riuscito molto bene. La stampa specializzata e gli operatori avrebbero dovuto venire in Italia tra maggio e giugno, e ovviamente non è stato possibile. Avevamo in programma un’ulteriore iniziativa in un’altra capitale europea, erano in ballo Vienna e Praga, sempre per il tramite delle nostre ambasciate, ma è tutto fermo. Siamo in forse persino rispetto alla festa dello zampone e del cotechino in piazza Roma, ai primi di dicembre. Coinvolgevamo le scuole alberghiere, ma quest’anno non ce n’è una disponibile che possa organizzare una trasferta a Modena. Insomma piove sul bagnato, ma passerà e ripartiremo. E poi di fronte al tema della salute pubblica, tutti facciamo un passo indietro. Sotto il profilo sociale e sanitario, mi sembra che in Italia siamo ben organizzati, anche rispetto ad altri paesi europei”.

Come sono andate le vendite dei prodotti di eccellenza del modenese?
Il parmigiano, il lambrusco e il prosciutto, essendo prodotti di largo consumo, non hanno registrato flessioni nemmeno nel periodo di lockdown. A soffrire di più sono il Balsamico IGP e il DOP, perché molto proiettati sui mercati esteri, al momento fermi. Anche le grandi multinazionali dell’alimentare hanno rallentato”.

L’attività turistica questa estate com’è andata, dal vostro punto di vista?
Non bene, in particolare penso alle acetaie che vivevano grazie alle visite degli stranieri. Hanno sofferto. Per questo abbiamo fatto un progetto-proposta al Ministero dell’Agricoltura perché potesse dare un contributo, anche minimo, a queste aziende, almeno per alleviare le loro perdite. Anche solo 5.000 euro a ciascuna azienda significherebbe non farle sentire abbandonate dal sistema Italia”.

Le iniziative tuttavia ripartono alla grande, in questo periodo…
Sì, a fine settembre abbiamo confermato “Acetaie Aperte”. Il 4 ottobre ci sarà il tortellino in centro a Castelfranco Emilia, peraltro collegato alla beneficenza rispetto a due progetti del policlinico di Modena. E poi Stuzzicagente, sempre il 4 ottobre. Eventi che richiedono uno sforzo in più, ma che danno il segnale della ripartenza. E poi la gente è molto responsabile in Italia, questo va detto. Se le cose si fanno con le dovute avvertenze, non creano problemi e contagi

Presidente Corsini, forse ora, invece che sull’estero, bisogna puntare soprattutto sugli italiani: attrarre quelli che ancora non conoscono Modena o che magari la amano e possono cogliere l’occasione per visitarla più spesso. Giusto?
Migliorare si può sempre. L’idea di provare ad allargare il nostro bacino di conoscenza anche verso Firenze, Roma, Napoli, e altre regioni italiane è assolutamente qualcosa su cui lavoriamo e vogliamo migliorare”.

Con la pandemia abbiamo assistito a un generale upgrade del digitale e degli strumenti di comunicazione a distanza. Funzionano anche rispetto al cibo e al turismo?
Sì, soprattutto le fotografie funzionano benissimo sui social network. Le immagini dei prodotti, dei piatti, dei menù attivano facilmente la curiosità dei nostri prodotti, soprattutto rispetto alle fasce giovani. Noi siamo presenti e lavoriamo su quattro canali: Facebook, Instagram, Twitter e Youtube”.

Il Dna di Modena è sempre quello di fare rete?
Certamente, fa parte della nostra identità ed è una ricchezza. Tenga presente che ad oggi non esiste in Italia una realtà con caratteristiche simili alla nostra. Ciò dimostra quanto sia difficile, dappertutto, superare l’io e a passare al noi. Il nostro è davvero un buon esempio, pur con tutte le difficoltà che si affrontano per mettere d’accordo dieci presidenti”.

di Francesco Rossetti

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