Salute & Benessere, allergie di primavera: parliamone con l’allergologa

Sternuti, occhi che lacrimano, raffreddori e in alcuni casi, quelli più gravi, persino crisi respiratorie. La primavera porta con sé il tepore del sole e fiori che sbocciano, ma anche le solite, irritanti e fastidiose allergie di stagione. Ne parla con noi la Dottoressa Laura Bonzano, specialista in allergologia al Policlinico di Modena, presso la Struttura complessa di Dermatologia diretta dal professor Giovanni Pellacani.

Dottoressa, quanti sono i casi di allergia stagionale a Modena? Sono in aumento?
Sebbene sia difficile dare un numero esatto dei pazienti colpiti da allergia stagionale, possiamo dire con certezza però che siamo di fronte a un trend in aumento negli ultimi anni. Tra i motivi di questo incremento ci sono i cambiamenti climatici che hanno portato con sé un cambio nelle temperature stagionali e nella durata dei periodi di presenza del polline nell’aria.

Quali sono i sintomi più comuni? Quelli che possono far pensare a un’allergia?
Per quanto riguarda le allergie stagionali, quelle che si manifestano in queste settimane e che sono attese in aumento nelle prossime, quelle causate da pollini di graminacee, i sintomi più frequenti sono prurito oculare e congiuntivite, associata talvolta anche a sintomi al naso, quella che chiamiamo tecnicamente ‘rinite allergica’. La rinite si può manifestare in diversi modi, può essere associata a scolo nasale, starnutazione, fastidio e prurito al naso fino a interessare, talora, anche il palato e le orecchie internamente, le cosiddette vie aeree alte. A volte possono essere associati anche sintomi alle basse vie aeree, a livello bronchiale, con sensazione di difficoltà respiratorie, oppressione al petto, fiato corto o tosse che, la maggior parte delle volte, colpisce di notte. Parliamo di una tosse asmatica e secca, che si palesa soprattutto durante le ore notturne, perché il nostro corpo non produce un ormone che si chiama cortisolo, o in seguito a un esercizio fisico che agisce da fattore scatenante.

Quali sono le piante, per così dire, responsabili?
Dipende dai periodi… I pollini sono tantissimi, la famiglia più presente da noi in Emilia Romagna sono le graminacee. Non tutti i pazienti, però, sono allergici allo stesso tipo di graminacea. Di solito l’impollinazione delle graminacee comincia in aprile e prosegue fino a fine giugno o alla metà di luglio. Molto presenti nelle nostre zone sono anche i pollini di albero che hanno cominciato a impollinare fra gennaio e febbraio. I pazienti che iniziano mostrare sintomi in quei mesi potrebbero essere allergici ai pollini da albero e non alle graminacee. Tra gli alberi ci sono il cipresso, l’ontano, il nocciolo, i pioppi e altri ancora.

Le allergie sono in aumento, diceva. Influisce l’inquinamento dell’aria?
Assolutamente! L’inquinamento ha cambiato il clima e di conseguenza l’aerobiologia. Abbiamo notato che le popolazioni con un più alto tasso di allergie stagionali sono gli anziani, persone cioè che sono arrivate a 70 anni senza mai aver avuto un’allergia e che negli ultimi anni hanno manifestato i sintomi. L’aumento si registra però anche nella popolazione pediatrica e in quella adulta, è un aumento generalizzato, ma il fenomeno più ‘strano’, però, quello che ci colpisce di più, è sicuramente l’aumento tra gli anziani mai stati allergici prima.

Cosa possiamo fare per ridurre o combattere i sintomi? I vaccini aiutano?
Quando un paziente si rende conto di avere sintomi da allergia, si deve rivolgere al medico curante che lo indirizzerà in un centro di allergologia, perché rispetto a qualche anno fa ora abbiamo la possibilità di effettuare terapie molto sicure, che sono chiamate desensibilizzanti, comunemente dai pazienti definite vaccini. Queste terapie desensibilizzanti prendono di mira l’allergia specifica, facendo ingerire al paziente, in forma di gocce o pillole e in modo continuativo, il polline a cui è risultato allergico. Queste terapie creano una tolleranza all’allergene e ci permettono, al massimo nell’arco di tre o quattro anni, di ridurre sia i farmaci che i sintomi e di ridurli in modo drastico”.

Riguardo alle terapie per combattere i sintomi, c’è altro che vuole aggiungere?
Sì, vorrei ricordare e sottolineare che le terapie farmacologiche, come l’antistaminico ad esempio, vanno iniziate solo su consiglio del medico curante o dello specialista allergologo e solo quando si presentano i sintomi, mai prima. Queste terapie, se assunte prima che si manifestino i sintomi, sono perfettamente inutili, perché si tratta di terapie sintomatiche e in nessun modo preventive. Rischiamo pertanto di assumere dei farmaci inutilmente.

di Patrizia Palladino

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