Chi scopre la lettura trova un tesoro: l’intervista ad Alessandra Baschieri di EquiLibri

Jose Luis Borges diceva di essere orgoglioso più dei libri che aveva letto che di quelli che aveva scritto. Perché leggere fa viaggiare, e fa compagnia, fin da piccoli. A testimoniarlo con passione e competenza è EquiLibri, cooperativa sociale modenese che da anni irradia educazione alla lettura e che si presenta così: “ci piacciono le Storie e lavoriamo con albi illustrati, libri, fumetti, film. Siamo una piccola casa editrice con proposte di qualità”. E, aggiungiamo noi, organizzano due splendidi festival: “Libr’aria” ad Albinea nel reggiano, e AltreStorie a Crema. Ne parliamo con Alessandra Baschieri. “La nostra missione più profonda – ci dice – è quella di attivare un coinvolgimento emotivo con il libro e di convincere ragazzi e adulti a dedicare del tempo alla lettura. Lo facciamo tramite attività rivolte direttamente ai ragazzi, di tutte le fasce d’età, dal nido d’infanzia fino alla scuola superiore, corsi di formazione per gli insegnanti, percorsi di lettura ad alta voce, giochi, etc”.

Siete in campo da quanti anni?
EquiLibri è nata nel 1999, quest’anno festeggeremo i nostri 20 anni, ma molti di noi lavoravano già da tempo nel settore.

Quanto è preziosa per un bambino la lettura?
Un libro può renderlo più consapevole e aperto, toglierlo da una situazione di disagio. Maria Teresa Andruetto, una scrittrice argentina, lo spiega con queste parole: “Penso a un libro che ci curi, che ci ricomponga, che ci faccia percepire un barlume in mezzo al buio, una speranza nella disperazione”. Leggere un libro quindi diventa l’equivalente di una coperta che protegge e accompagna a scoprire un mondo altro.

La scuola aiuta o mortifica il gusto della lettura?
Noi lavoriamo molto con le scuole e, ancor di più, con le biblioteche. Presentiamo libri, indirizziamo gli insegnanti che spesso non hanno tempo di leggere la letteratura contemporanea, ma hanno sete di cose di valore. Fungiamo da sostegno. Crediamo che ci sia bisogno di più tempo per la lettura nella scuola. Immaginiamo un’ora, due alla settimana, in cui tutti, anche la professoressa, si dedicano a leggere un libro, ognuno il suo, in silenzio… Sarebbe prezioso, importante.

I bambini e i ragazzi di oggi sono nativi digitali e spesso preda della distrazione. Si dice che sia più difficile portarli alla lettura: è davvero così?
Sì, la concorrenza del digitale si fa sentire, è faticoso guadagnarsi la loro fiducia e attenzione. I ragazzi stessi vivono un proprio conflitto: sono sempre tentati di andare sull’iPad o sullo schermo dello smartphone. Eppure studi scientifici spiegano che ciò che leggi su una schermata video non lo trattieni come quello che leggi su carta. Ciononostante sperimentiamo sempre con stupore che, una volta scoperto il tesoro della lettura, un bambino ne rimane conquistato, a bocca aperta. In realtà se riesci a presentare un libro in maniera non noiosa, producendo empatia, vai a stimolare qualcosa di cui siamo fatti. Noi tutti, esseri umani, siamo legati alla narrazione dalla notte dei tempi, c’è sempre stato chi ascolta e chi narra.

Parliamo di albi illustrati: anche voi avete dato vita a una collana in tal senso…
Forse sarebbe preferibile parlare di ‘libri a figure’ (dall’inglese ‘picture book’), perché i disegni non sono mere illustrazioni decorative. La figura racconta quello che il testo non dice. Finora abbiamo tre titoli: “Pancia di balena”, “Voglio la mia testa!” e “La mia amica luna”. E abbiamo pubblicato, per la collana Max Storie Selvagge, “Il grido del lupo” di Melvin Burgess e “John della notte” di Gary Paulsen che uscirà a fine maggio. E diversi saggi di grandi autori (Aidan Chambers, Chiara Carminati, etc.).

Che posto è Modena rispetto alla cultura della lettura?
In Emilia Romagna c’è sempre stata una media di lettori alta rispetto ad altre regioni d’Italia, non c’è dubbio. Negli anni ‘90 ci sono state leggi regionali attente all’apertura di spazi 0-6 nelle biblioteche pubbliche che in tal modo hanno potuto sviluppare sezioni rivolte a bambini e ragazzi.

La biblioteca è un punto fermo della vostra attività?
La biblioteca, dal nostro punto di vista, nella vita di una persona, è un punto di riferimento costante, ad accesso gratuito e amichevole, che ti accompagna per tutta la vita, da quando sei nato in poi. È una cosa rara. Collaborando con le biblioteche, noi cerchiamo di accendere scintille di curiosità.

Torniamo a Modena. Dov’è la vostra sede?
Ci siamo trasferiti da poco in via del Lancillotto 24, dove prima era Asia Modena. È un quartiere particolare, legato al parco XXII Aprile, e noi vogliamo offrire un nostro contributo, proporre laboratori, mostre di illustrazioni, incontri…

Ultima domanda: cos’è il vostro progetto ‘Fuorilegge’?
Sì, come EquiLibri abbiamo avviato un’attività aperta a collaboratori su scala nazionale, un blog dove i ragazzi che incontriamo scrivono e postano le loro recensioni. Li incontriamo in quelli che definiamo ‘avamposti di lettura’, per esempio in Sala Borsa a Bologna. I ragazzi (delle medie e delle superiori) diventano dei veri e propri redattori di festival letterari: si preparano sugli autori, li intervistano e così si appassionano alla lettura.

 

di Francesco Rossetti

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