Hanno invaso la Svizzera: una raccolta di racconti surreali dello scrittore Massimo Bernardi

Massimo Bernardi è laureato in biologia, vive a Modena e di professione fa il letturista per conto di Hera, legge i contatori del gas e dell’acqua. Le sue uscite per lavoro partono dal centro di Modena e si spingono fino agli angoli più remoti della nostra campagna, riservandogli qualche avventura e più di un imprevisto. Bernardi, però, è anche e soprattutto uno scrittore. ‘Hanno invaso la Svizzera’ è il titolo del suo ultimo libro, una raccolta di racconti onirici, surreali e fantastici.

Nel 2011 sei uscito con ‘Onjrica’, nel 2012 ‘Letturista per caso’, ‘Appuntamento alla fortezza’ nel 2013 e ‘Mandala’ nel 2016. E ora ci dai questa notizia incredibile: Hanno invaso la Svizzera! Ci vuoi raccontare di cosa parla questo libro?
‘Racconti brevi per letture notturne’ li ho chiamati, perché la notte è il momento migliore per leggerli. Racconti surreali, fantastici e bizzarri che la mente è più predisposta a recepire la sera, prima di dormire, nel silenzio. I racconti, tutti diversi tra loro, sono divisi in due parti: la prima è la faccia luminosa della luna e la seconda è il lato oscuro della luna. I primi sono divertenti e ironici, i secondi introspettivi e misteriosi, con un linguaggio più vicino alla poesia che alla narrativa.

Ti sei ispirato a fatti realmente accaduti? Sono racconti in parte autobiografici?
Hanno genesi diverse perché li ho scritti nell’arco di tanti anni. Ho preso spunto da episodi della mia infanzia, come per il racconto che parla di un bambino che fa un buco nella sabbia per arrivare dall’altra parte del mondo, ma anche dai sogni che faccio di notte. Mi sono ispirato anche a dei video su YouTube, che trattano delle circostanze misteriose della storia, cose assurde che sembra siano successe davvero.

Qualche esempio?
Beh, la storia dell’Arciduca Francesco Ferdinando, assassinato su un’auto targata ‘A III 118’, esattamente la data dell’Armistizio della Prima Guerra Mondiale, 11 novembre 1918, come se in quella targa fosse segnato il destino. Oppure la storia di un naufragio avvenuto nel Pacifico nel ‘600, l’unico sopravvissuto si chiamava, tipo, John Mayer e dopo cento anni, durante un altro naufragio nelle stesse acque, l’unico sopravvissuto si chiama ancora John Mayer e così altre due volte: 4 naufragi in epoche diverse e l’unico sopravvissuto ha sempre lo stesso nome. Insomma, tutte storie che, se non altro, stimolano la fantasia…

Per i tuoi racconti usi aggettivi come onirico e surreale e fai pensare ad autori come Ermanno Cavazzoni, Paolo Nori e altri ‘lunatici’ emiliani. Ma quali sono in realtà i tuoi riferimenti letterari?
Forse è la nebbia padana che ci rende così, è fonte di ispirazione… In realtà, però, un autore a cui sono molto legato è Dino Buzzati che ha anche scritto la prefazione al mio libro direttamente dall’aldilà! Si tratta chiaramente di un’invenzione, è una dedica a quello che considero un maestro e che ispira i temi e il linguaggio dei miei libri.

Perché hanno invaso la Svizzera e chi è stato? Insomma, perché questo titolo?
Quando penso alla Svizzera, a me vengono in mente solo montagne, cioccolato e orologi, penso a uno stato pacifico. Che possano invadere la Svizzera è sorprendente, se senti un titolo del genere al telegiornale salti sulla sedia: è impossibile e mi è sembrato un bel titolo!

Presenterai il tuo libro anche al BUK Festival, quando?
Lo presento sabato 13 aprile alle 11.30.

 

di Patrizia Palladino

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